Palermo su Recovery: «Alla Sanità solo briciole e il Sud resta penalizzato» IL MESSAGGERO

30 Aprile 2021

I fondi stanziati nel recovery pian per la sanità sono «assolutamente insufficienti». Secondo Carlo Palermo, segretario nazionale dell'Anaao Assomed, l'associazione medici dirigenti «per affrontare i problemi strutturali servivano almeno altri 28 miliardi».

Perché non bastano?
«Le criticità che abbiamo avuto nel corso della pandemia sono state pesanti e hanno contribuito a incrementare i contagi, circa 130mila tra il personale sanitario, e i morti. Quei 5,6 miliardi del piano del presidente del Consiglio Draghi per l'ammodernamento strutturale, tecnologico e digitale degli ospedali sono ampiamente insufficienti per affrontare i problemi strutturali del patrimonio edilizio ospedaliero, che è ormai vetusto. I150% è stato costruito prima del 1940 e due terzi prima degli anni '80. Servono fondi per renderli più flessibili, e avere strutture già pronte e separate per un'eventuale espansione, senza dover privare delle cure gli altri ammalati. E poi erano necessari fondi per rafforzare la dotazione di posti letto, che ora è assolutamente insufficiente».

Di fondi per la mobilità sanitaria quanti ne servivano?
«Oggi circa 4 miliardi di risorse vengono trasferite dalle regioni del sud al nord per le prestazioni sanitarie. Nel piano del ministro Speranza erano stati ipotizzati circa 6 miliardi per migliorare la funzionalità e le capacità di risposta professionali e tecnologica degli ospedali del sud. E invece nel recovery plan non ci sono».

Il Sud è quello più penalizzato?
«Per rimuovere le diseguaglianze in campo sanitario servivano interventi che erano mirati sia sotto il profilo di implementazione professionale, sia sotto il profilo della fornitura di tecnologie adeguate, rispetto alle malattie che prevalentemente inducono i pazienti a spostarsi al nord».

Non vi aspettavate queste cifre?
«Siamo allarmati. Con i fondi assegnati non riusciremo ad affrontare completamente i problemi che abbiamo, questo è fuori dubbio. La differenza è troppo eclatante. Ripeto, siamo passati da 34,4 miliardi indicati nel piano di Speranza a 5,6 miliardi del recovery plan. Abbiamo 28 miliardi di differenza. Sarebbe opportuno, a questo punto, prendere in considerazione la possibilità di accedere al Mes, ossia al finanziamento europeo, così tanto criticato. Sarebbe l'unica soluzione ai problemi della sanità».