"Non abbiamo i vaccinatori per gestire milioni di dosi" - IL FATTO QUOTIDIANO
02 Aprile 2021
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Il problema era già emerso nei giorni scorsi, quando di fronte alle commissioni Affari sociali di Camera e Senato il Commissario all'emergenza Francesco Paolo Figliuolo aveva detto che, con il ministro alla Salute Roberto Speranza, le stava "pensando tutte" per ampliare la platea dei vaccinatori. Pensava anche a biologi, ostetriche, tecnici di laboratorio. Dopo i medici di famiglia e gli specializzandi, erano intanto arrivati (non senza polemiche) anche i farmacisti per aumentare il numero dei vaccinatori già insufficienti adesso in alcune regioni, come nel caso della Sardegna, dove ne mancano circa 220 per affrontare la campagna in base alla tabella di marcia stabilita dal governo. Ma il punto è un altro, come rilevano gli stessi medici. Con i bassi quantitativi di dosi che oggi vengono consegnati il personale preposto alle vaccinazioni è ancora sufficiente, come dimostra il fatto che in quasi tutte le regioni (con l'eccezione di Calabria, Liguria e Sardegna) la percentuale di inoculazioni sul totale delle dosi consegnate è ovunque sopra l'80% "
LA SITUAZIONE saràcompletamente diversa quando, come affermato dal governo e dal generale Figliuolo, arriveranno grandi quantità di vaccini dice Chiara Rivetti, segretaria in Piemonte di Anaao-Assomed, sindacato dei medici dirigenti -. Il nostro timore è di non poter disporre di abbastanza vaccinatori per procedere con la vaccinazione di massa. Un timore che abbiamo espresso ai vertici della Regione". Paura fondata, come dimostra la campagna lanciata dal governatore Alberto Cirio un "I want 11021" di statunitense memori ' ai con il volto di Camillo Benso di Cavour al posto dello Zio Sam con cui la Regione fa appello a medici e infermieri in pensione, a odontoiatri, assistenti sanitari, a volontari, a strutture sanitarie private, case di riposo, centri medici disposti a mettersi a disposizione. Qui si sono messi in gioco gli specializzandi. Ma tutti aspettano anche gli effetti della circolare ministeriale con la quale, pochi giorni fa, il ministero della Salute ha eliminato il vincolo che imponeva per ogni vaccinazione la doppia firma del consenso informato: quella del medico e quella di un altro sanitario.
VINCOLO che precludeva a tanti medici di famiglia che non hanno l'ausilio di un infermiere di partecipare alla campagna vaccinale. "Ma il problema è nazionale dice Ester Pasetti (Anaao Emilia-Romagna) -. Il bando di Domenico Arcuri per reclutare medici e infermieri ha dato scarsi risultati. E il personale sanitario che c'è deve anche garantire le attività ordinarie. Senza contare che inizialmente ai medici in pensione richiamati non si proponeva nemmeno una soluzione per l'assicurazione, che dovevano pagare di tasca propria: solo grazie alle nostre pressioni adesso le compagnie garantiscono polizze calmierate". C'è chi manifesta, in ogni caso, sicurezza. "Abbiamo reclutato 1.500 specializzandi dicono dallo staff del governatore Vincenzo De Luca (Campania) e il 90% dei medici di base ha aderito. Poi ci sono i farmacisti che scendono in campo: riusciremo a farcela". Ma la questione è aperta, come si evince dal decreto con il quale in Emilia-Romagna il presidente Stefano Bonaccini ha dato il via libera all'assunzione degli specializzandi fin dal primo anno di corso, con contratti di un mese, eventualmente prorogabili in base alle esigenze, per 12 ore di lavoro alla settimana. C'è poi il problema delle differenze tra i vaccini: solo quello di Johnson&Johnson (che è monodose e quindi non richiede il richiamo) può essere gestito con facilità e velocemente dai medici di famiglia. "IL 70%
NON HA una segretaria per organizzare tutti gli appuntamenti spiega Fabio Maria Vespa, segretario della Fimmg, sindacato dei medici di medicina generale dell'Emilia-Romagna -. Se avremo a disposizione grandi quantità di dosi Johnson&Johnson potremo dare un grosso contributo e nell'arco di due o tre mesi vaccinare solo in questa regione due milioni di persone. In caso contrario prevedo grosse complicazioni". Intanto ieri sono stati rilevati 23.649 nuovi casi di Covid-19, a fronte di 356.085 tamponi, con un tasso di positività del 6,6% e 501 vittime. Per fortuna ancora col segno meno il saldo delle terapie intensive: -29.