Pandemia giudiziaria senza scudo penale per intera emergenza  ADNKRONOS

01 Aprile 2021

COVID: ANAAO, 'PANDEMIA GIUDIZIARIA SENZA SCUDO PENALE MEDICI PER INTERA EMERGENZA' 

Il segretario Palermo, ''serve scudo totale per medici, non solo per vaccinazioni'

Roma, 1 apr. (Adnkronos Salute) - "Abbiamo lavorato per mesi in prima  linea in totale emergenza, senza reti. Senza avere linee guida, senza buone pratiche di riferimento, con opzioni terapeutiche sconosciute, si sono somministrati farmaci 'of label', fuori dalla loro indicazione, pur di trovare una possibile cura. In questo contesto la possibilità di denunce e di chiamate in causa è elevatissima. Serve uno 'scudo' complessivo per gli operatori sanitari. Per questo siamo delusi del decreto di ieri: viene offerta una tutela giudiziaria per eventi improbabili e non per eventi probabilissimi". Cosi, Carlo Palermo, segretario nazionale del sindacato dei medici ospedalieri, Anaao Assomed, ribadisce all'Adnkronos Salute, l'insoddisfazione dei camici bianchi per lo 'scudo' previsto nel Dl Covid, approvato ieri dal Cdm, che limita le tutele ai vaccinatori.

"I rischi di denuncia insiti nel periodo che abbiamo attraversato - continua - dallo scorso febbraio ad oggi, sono ben superiori al rischio derivante dalla esecuzione di una iniezione intramuscolo. Nel vaccinare non vi sono grossi problemi legati ad errori. Si tratta di fare una anamnesi, e un'iniezione ed eventualmente intervenire per i rarissimi casi di effetti collaterali, come un'anafilassi. In questo contesto è ovvio che la possibilità di fare sbagli da imperizia è raro. Le reazioni al vaccino stesso, inoltre, sono legati alla produzione e alla conservazione su cui in medico non può avere responsabilità". Difficile, dunque, "che si possa essere denunciati per effetti collaterali del farmaco. Ma dall'altro lato, sul fronte delle cure in pandemia, c'è una massa enorme di situazioni, milioni di casi con tantissimi morti. Una casistica grandissima su cui ci può essere la possibilità di chiamata in causa per danni".

"Parlo di 'pandemia giudiziaria' perché ci potrebbe essere un numero tale di ricorsi in sede giudiziaria in grado di mettere in ginocchio anche la stessa capacità operativa di Procure e Tribunali. Non è solo un interesse nostro, ma del sistema, quello di depotenziare in qualche modo questo rischio".