Ora negli ospedali bisogna pensare a tutto il resto. Carlo Palermo su IL POST
Negli ultimi tre mesi in Italia centinaia di migliaia di visite, ricoveri e interventi sono stati rinviati, e adesso occorre trovare un modo di smaltire gli arretrati: non sarà semplice
01 Giugno 2020
Nei primi tre mesi dell’epidemia da coronavirus, ospedali e ambulatori di tutta Italia hanno sospeso le attività che potevano essere rimandate senza rischi per la salute dei pazienti, per alleggerire il carico di lavoro degli operatori sanitari e soprattutto per evitare il rischio di contagio. Superata la fase più acuta dell’emergenza, con gli ospedali che anche nelle zone più colpite sono tornati ad avere le terapie intensive sotto controllo e hanno allestito separazioni più efficaci per i pazienti malati di COVID-19 e tutti gli altri, si sta ponendo il problema di come recuperare quelle visite, quei ricoveri e quegli interventi che sono stati rimandati nelle ultime dodici settimane. A cui, ovviamente, si aggiungeranno quelli ordinari previsti per i prossimi mesi, appesantendo in modo preoccupante un sistema sanitario già caratterizzato da lunghissime liste di attesa e ampiamente sottofinanziato.
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