FSN: L’ENNESIMO TAGLIO LINEARE - Comunicato Intersindacale medica, veterinaria, sanitaria e rassegna stampa
Governo e Regioni hanno operato un ennesimo taglio lineare, dopo averne annunciato la fine, colpendo l’esigibilità del diritto alla salute dei cittadini sacrificato sull’altare dei bilanci, e degli egoismi, regionali, che evidentemente preferiscono finanziare il rinnovato espansionismo universitario piuttosto che politiche di sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale.
27 Febbraio 2017
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comunicato stampa Intersindacale medica, veterinaria, sanitaria
27 febbraio 2017
FSN: L’ENNESIMO TAGLIO LINEARE
Il taglio di 422 milioni di euro a carico del FSN 2017 ha vanificato l’unico punto positivo per la sanità pubblica previsto dalla legge di bilancio 2016. Il Governo, in un colpo solo, si è smentito due volte, prima in rapporto al suo DEF, poi ad una legge di bilancio sulla quale aveva chiesto ed ottenuto la fiducia del Parlamento. Autorizzando le Regioni a scaricare sulla sanità pubblica le proprie difficoltà di bilancio attraverso un prelievo al solito bancomat.
Medici e cittadini non possono stare sereni. I primi per la sorte di un CCNL desaparecido nelle convulsioni della Politica e impoverito da ogni provvedimento legislativo, i secondi per i tagli alla quantità e qualità dei servizi sanitari loro erogabili con 422 milioni in meno. Quella che era la linea Maginot della sopravvivenza del SSN, fissata a 113 miliardi di finanziamento per l’anno 2017, comunque la soglia più bassa tra i paesi del G7, è miseramente e silenziosamente crollata.
Si capisce anche perché le Regioni abbiano cantato in coro, incuranti della immagine da ballo sul Titanic, la soddisfazione per il taglio concordato, e per la successiva ripartizione di un FSN deprivato fino a 112,5 miliardi. Sapevano già a chi presentare il conto, malati e cittadini in primis, con una nuova edizione di tagli, tasse e ticket, ma anche medici e dirigenti sanitari dipendenti, costretti in modelli organizzativi illegittimi e destinatari di un rinnovato attacco al loro CCNL.
Governo e Regioni hanno operato un ennesimo taglio lineare, dopo averne annunciato la fine, colpendo l’esigibilità del diritto alla salute dei cittadini sacrificato sull’altare dei bilanci, e degli egoismi, regionali, che evidentemente preferiscono finanziare il rinnovato espansionismo universitario piuttosto che politiche di sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale.
Da oggi è più chiara ai cittadini la responsabilità della lunghezza delle liste di attesa e del collasso dei PS: il re è ancora più nudo.