Valutazione dirigenti: la sperimentazione conferma sistema rigido e grossolano
7 dicembre
07 Dicembre 2010
il comunicato stampa
la rassegna stampa
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Avevamo il sospetto che il sistema di valutazione della performance individuale voluto dal Ministro Brunetta con il D.Lgs 150/2009 fosse rigido, grossolano e adatto più alla burocrazia statale che alle sofisticate strutturazioni del lavoro medico e sanitario.
I risultati della sperimentazione voluta da Agenas, Fiaso, Formez e Cefpas presentati oggi in una apposita conferenza stampa - è il commento del Segretario Nazionale Anaao Assomed Coastantino Troise - confermano i nostri dubbi. Infatti, dalla sperimentazione risulta che il 46% dei medici valutati è collocato nella fascia alta di merito, il 40% nella fascia media e il 14% nella bassa.
Ai fini della retribuzione di risultato, applicando il modello indicato nel D.Lgs 150/2009 (25%-50%-25%), un 21% dei dirigenti dovrebbe passare dalla fascia alta alla media ed un 11% da questa alla fascia bassa.
Lo spostamento coatto dei dirigenti nelle fasce inferiori di valutazione presenta aspetti di dubbia legittimità costituzionale.
La mancata diretta correlazione tra raggiungimento degli obiettivi e premialità costituisce un evidente arretramento rispetto alla metodologia della contrattazione del budget introdotta nel sistema sanitario nel lontano 1996 (CCNL 1994/1997) e sconosciuta al resto della dirigenza statale.
E' bene ricordare due aspetti normativi propri della dirigenza sanitaria:
• essa è giuridicamente disciplinata dal D.Lgs 502/92 e sue successive modificazioni e nessuna confusione può essere fatta tra la valutazione della gestione delle risorse assegnate effettuata dal nucleo di valutazione e le verifiche concernenti le attività professionali e i risultati raggiunti effettuata dal Collegio tecnico;
• la stessa esplicita esclusione della dirigenza del SSN dall'obbligo di portare il trattamento accessorio collegato ai risultati al 30% della retribuzione totale, riafferma l'indirizzo legislativo della specificità e specialità della dirigenza sanitaria.
Non è possibile orientare la politica sanitaria su criteri di produzione di prestazioni in maniera antitetica alla mission del sistema sanitario che è quella di produrre salute.