Anaao su caso Sposini

30 aprile

30 Aprile 2011

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Dopo il grave evento occorso al giornalista Lamberto Sposini, una nota rilasciata dall’Ufficio Stampa della Regione Lazio ha accusato l’Anaao Assomed, maggior sindacato dei dirigenti medici e sanitari pubblici, di “sterili e strumentali polemiche, senza avere nessuna conoscenza del quadro clinico”.

Non è chiaro come le contestazioni rivolte dall’Anaao Assomed alla Regione Lazio in merito al provvedimento di chiusura della Neurochirurgia dell’Ospedale S. Spirito a partire da Gennaio 2011, senza che tuttavia fosse disposto il contestuale trasferimento dei medici neurochirurghi, di fatto vittime di demansionamento professionale in quanto obbligati a effettuare il loro orario in semplici e routinarie attività di consulenza, possano collegarsi al “quadro clinico” del giornalista. Tuttavia è il caso di ricordare che il medico che a nome dell’Associazione, ha rilasciato le dichiarazioni alle agenzie di stampa era personalmente presente all’arrivo al Dea del giornalista, e quindi diretto testimone degli eventi, a differenza dell’ignoto estensore della nota.

L’Anaao Assomed si è sempre opposta, fino ad arrivare alla proclamazione dello stato di agitazione della categoria al piano di rientro della Regione Lazio che contro ogni logica di una razionale programmazione sanitaria è centrato esclusivamente su tagli orizzontali della spesa.

In ossequio a questo unico principio vengono pertanto dimezzati e chiusi ospedali e servizi che rivestono un ruolo strategico nel sistema dell’offerta sanitaria regionale, si blocca il turn-over del personale medico e si licenzia il personale medico precario causando pericolosi vuoti di assistenza, si riducono i posti letto principalmente nelle strutture pubbliche provocando un inaccertabile squilibrio del sistema sanitario regionale a vantaggio delle strutture private accreditate ed universitarie.

L’Anaao Assomed non è abituata a sterili polemiche, ma non è abituata ad esimersi dal denunciare ciò che si nasconde dietro un fatto drammatico che ha così colpito l’opinione pubblica, vale a dire scelte sbagliate di politica sanitaria e le carenze del sistema, che obbligano ogni giorno i medici a confrontarsi con la necessità di garantire, sempre e nel migliore dei modi, come peraltro testimoniato dallo svolgimento dei fatti in questione, il diritto alla salute dei cittadini che ne sono le prime vittime.