La sanità di Berlusconi non convince. I medici chiedono una riforma condivisa

19 maggio 2009

19 Maggio 2009

Il modello di sanità preannunciato dal Presidente del Consiglio dei Ministri non convince i medici del Servizio sanitario.

Il Segretario Nazionale dell’Anaao Assomed, Carlo Lusenti, a commento delle dichiarazioni rilasciate oggi dal Capo del Governo in occasione della inaugurazione del nuovo Policlinico di San Donato Milanese, afferma di condividere il principio secondo il quale la sanità è un servizio pubblico che deve essere garantito a tutti, ma esprime alcune perplessità sulle forme di privato che possono entrare nel pubblico.

Bisogna stabilire regole chiare – suggerisce Lusenti – che pur consentendo l’ingresso di risorse private nel sistema pubblico, pongano fine a forme di pessima privatizzazione che nel recente passato sono state anche delittuose. Questo consentirebbe di abbattere qualsiasi forma di pregiudizio, superando la vecchia regola per cui in sanità si privatizzano gli utili e si trasferiscono le perdite sul pubblico.

Vogliamo poi ricordare al Presidente del Consiglio – prosegue Lusenti – che non è necessaria una riforma del nostro sistema sanitario affinchè ogni cittadino possa scegliere il medico dal quale farsi curare: il sistema attuale lo prevede e ogni cittadino può farsi curare nella struttura e dal medico che preferisce. Così come il nostro Ssn prevede già il pagamento a prestazione, i cosiddetti DRG.

Se i problemi del nostro sistema sanitario e una sua eventuale riforma entreranno concretamente nell’agenda di questo Governo, suggeriamo al Presidente del Consiglio di avviare un dibattito serio ed utile su un progetto da condividere con coloro che nella sanità lavorano ogni giorno.