DECRETO BALDUZZI: SI A MIGLIORAMENTI, NO ALLO STRAVOLGIMENTO

Comunicato stampa Anaao Assomed del 3 settembre 2012

03 Settembre 2012

Sarà forse vero che il decreto Balduzzi, che pure contiene molti punti da noi largamente condivisi, sia privo di anima e di strategia, ma la strategia che certo non manca nel documento-ultimatum che gli Assessori alla Salute hanno inviato al Ministro è assolutamente inaccettabile per i cittadini, gli operatori, il servizio sanitario.

Gli Assessori Regionali impegnati a rispondere alla crisi della sanità pubblica, cui non possono dichiararsi estranei autoproclamandosi innocenti, solo con più tasse, ticket e tagli, e meno tutele sul piano sociale, continuano a lamentare l’invasione di campo ed a contestare allo Stato, oggi al Governo ieri al Parlamento, la possibilità stessa di legiferare in ambito sanitario, anche su norme che, a casa propria, molti di loro, hanno già approvato. Siamo ad una nuova fase di un conflitto istituzionale, che vede le Regioni appiattite in una logica di sindacato, che rischia di produrre più danni delle manovre economiche.

La vivisezione cui è sottoposto l’articolo 4 del decreto, che riguarda i principi fondamentali del ruolo e della vita professionale dei Medici e Dirigenti sanitari dipendenti del SSN stravolge quanto approvato in Parlamento nel ddl sul governo clinico e rappresenta il tentativo di salvaguardare ed ampliare l’invadenza pervasiva della politica in sanità. Si calpestano meriti e logiche professionali, introducendo mobilità coatta, flessibilità arbitraria e preservando un sistema quale quello della nomina dei direttori di struttura complessa, costruito all’insegna di un rapporto fiduciario dimostratosi fallimentare. Preteso per i medici ospedalieri, ma non per il sistema universitario per il quale, anzi, non si escludono finanziamenti aggiuntivi.

Gli Assessori non sono, evidentemente, interessati alla difesa del SSN, ma solo a disarticolarne il carattere unitario modificando senza contrattazione il contratto collettivo nazionale e negando ruolo ai professionisti. Tanto vale sancire la fine della legislazione concorrente e proclamare ufficialmente la nascita di 21 sistemi sanitari regionali.

Medici e Dirigenti sanitari non ci stanno ed invitano il Ministro ed il Parlamento a difendere le proprie prerogative sottraendo la sanità al destino di campo di battaglia cui la si vorrebbe avviare.