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17/01/2023

Contratto, si sblocca atto indirizzo. Ecco le richieste dei medici. Anaao su DOCTOR33

Il ministero dell'Economia ha sbloccato l'atto di indirizzo per il rinnovo del contratto 2019-2021 della dirigenza medica, al quale sono interessati circa 100 mila medici ospedalieri e, in tutto, 135 mila professionisti dirigenti della sanità. L'impatto economico è poco meno di 650 milioni di euro, circa il 50% in più rispetto ai circa 400 milioni del precedente rinnovo. Ora si attende che l'agenzia Aran convochi i sindacati per la trattativa (che nel frattempo è arrivata per il 2 febbraio, ndr). Il governo viene così incontro all'intersindacale dei principali sindacati di categoria che include Anaao Assomed, Cimo Fesmed, Aaroi Emac, Fassid, Cgil-Cisl-Uil, la quale chiedeva che l'atto fosse presentato prima del 25 gennaio, data in cui il ministro della Salute Orazio Schillaci riceverà una delegazione dei sindacati come promesso in occasione della manifestazione di metà dicembre.

L'Atto constata la necessità, di fronte ad alcune specialità con carenze, di interventi economici ed operativi, rivolti a "garantire la continuità e la qualità dei servizi e limitare, per quanto possibile, le esternalizzazioni", quindi ad "incentivare l'ingresso nel SSN dei giovani e di trattenere/fidelizzare i professionisti che già vi operano, prevedendo sviluppi di carriera, ma anche modalità di lavoro che consentano una migliore armonizzazione con la vita privata e familiare". Tra le indicazioni, larimodulazione del sistema degli incarichi,la verifica di "una rivalutazione della retribuzione di posizione correlata all'incarico professionale di base, anche al fine di renderla coerente con il sistema degli incarichi previsto nel Comparto, al fine di valorizzare l'ingresso dei giovani e rendere maggiormente competitivo il lavoro nel SSN" ed una "armonizzazione dei valori massimi della retribuzione complessiva di posizione con il nuovo sistema degli incarichi", ivi inclusa quella relativa all'incarico di direttore di dipartimento, escludendo però maggiori oneri a carico dei bilanci degli enti del SSN". Per valorizzare le condizioni di lavoro e di disagiosi rende necessariorivedere il sistema dei compensi correlati ad esse legatiriconoscendo prioritariamente il servizio prestato presso le sedi più disagiate, "i servizi di emergenza/urgenza, le sedi periferiche, ecc.". Sull'orario di lavoro, si omogeneizza "la presenza in servizio sulle 24 ore per tutti i profili dirigenziali di cui al campo di applicazione del contratto".

Si parla anche di "strumenti per armonizzare le esigenze di vita e di lavoro, implementando il personale con impegno ad orario ridotto, anche in considerazione dell'età anagrafica", di incentivazione delle prestazioni aggiuntive, di coinvolgimento nelle guardie notturne retribuite a tariffa anche ai dirigenti a rapporto non esclusivo". «I problemi che saranno affrontati in trattativa non sono solo economici», afferma il Segretario Anaao Assomed Pierino Di Silverio cosciente che «dopo dieci anni di vacanza contrattuale e quattro mancati rinnovi complessivi, questo passaggio non può coprire tutte le mancanze e servono interventi di vario tipo, principalmente legislativi, a breve, medio e lungo termine per evitare quello che vediamo come il rischio di demolire la sanità pubblica».Tra i temi da mettere sul tavolo Di Silverio aveva citato: migliori condizioni di lavoro, no all'equiparazione ai dipendenti del resto della Pubblica amministrazione, sia per il contesto stipendiale sia per le regole. Ed ancora, eliminazione dei tetti di spesa per il personale e revisione del decreto ministeriale 70 sugli standard ospedalieri, coordinamento con il territorio. «Il medico ospedaliero oggi in Italia ha bisogno della certezza che il contratto sia applicato. Abbiamo problemi annosi -solo il 7% dei medici dipendenti fa carriera, i primi 5 anni sono bloccati, non c'è la possibilità di trasferirsi liberamente, chi vince un concorso resta bloccato 3 mesi - ed altri che abbiamo reso una regola, come le deroghe che in aziende e reparti si fanno sull'assegnazione dei turni di guardia rispetto al contratto (per citarne uno). Auspichiamo un contratto di contenuti "politici". E servono anche azioni incisive sull'organizzazione sanitaria». Ad esempio, il contratto dovrebbe portare la detassazione dello stipendio. Al momento, nell'ospedalità privata la pressione fiscale è intorno al 15%, nel pubblico sale ad un 42%. E c'è il tema della depenalizzazione dell'atto medico, non portata a compimento dalla legge 24 del 2017: le cause continuano ad interessare da vicino i medici sebbene la responsabilità da contrattuale sia passata ad extracontrattuale.

Altro elemento negativo: l'aumento rappresentato dall'indennità per chi lavora nei pronti soccorso, previsto inizialmente per questo 2023, è slittato al 2024. «È presente un mix di situazioni irrisolte, pericoloso, che richiedono interventi consistenti, non solo economici», riassume Di Silverio. «Il contratto è un passo nella direzione giusta, beninteso se la parte pubblica offrirà segnali concreti di disponibilità. In questo caso da parte nostra ci sarà quella collaborazione che da sempre auspichiamo. Ma se per febbraio non vedessimo segnali, la mobilitazione partita il 15 dicembre potrebbe estendersi ad altre categorie; il malessere c'è anche nel comparto, e c'è nella gente che si vede tolti giorno per giorno pezzi di sanità, e risposte in termini di prestazioni ed accessibilità. Servono segnali di volontà politica: se in un paese si trovano risorse per rinviare un pay-back sui dispositivi medici e non si trovano per pagare il professionista che utilizza quelle risorse per curare i pazienti c'è il rischio concreto di essere già in un mondo diviso in serie A e serie B, dove le ragioni del malato non si trovano più in primo piano».

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