CCNL 2019-2021
09/01/2023

Contratto: ecco cosa si aspetta la Dirigenza del ruolo sanitario dal rinnovo del 2023

di Giuseppe Montante

Prima di tutto che si aprano entro gennaio le trattative ad un anno della scadenza del precedente contratto. E tra le priorità da negoziare al primo posto non possono che esserci adeguati aumenti retributivi considerando che la dirigenza sanitaria pubblica italiana ha gli stipendi tra i più bassi d’Europa, poi una corretta attuazione delle norme, riconoscere ulteriormente la specificità di questa categoria, rivedere percorsi di carriera e meritocrazia e in generale tutta la dinamica delle condizioni di lavoro

Tradizione inveterata presente alla fine di ogni anno è quella di esplicitare le aspettative per l’anno che verrà.

A volte sono sogni difficilmente realizzabili, ma più frequentemente sono necessità concrete utili a migliorare la vita quotidiana, l’attività professionale, il clima lavorativo e la qualità ed efficacia delle attività espletate.

Fra i Dirigenti del Ruolo Sanitario dipendenti delle Aziende Sanitarie Pubbliche molteplici sono le aspettative concrete per l’anno che verrà, soprattutto nei riguardi del rinnovo del proprio CCNL 2019 – 2021, a distanza di oltre 4 anni della data naturale di rinnovo…!

Tale categoria professionale ha vissuto un quadriennio 2019 – 2022 difficilissimo, caratterizzato da:

  • una carenza crescente di specialisti per errate programmazioni del loro fabbisogno, rispondente in modo miope più all’obiettivo di ridurre la spesa che a quello di mantenere l’efficienza ed efficacia delle attività sanitarie;
  • una pandemia da SARS COVID 19 che si è sovrapposta alla carenza di medici, veterinari e sanitari accentuando le criticità organizzative ed operative del S. S. N..

Malgrado questa condizione di “tempesta perfetta”, la stessa ha affrontato questi 4 anni con spirito di dedizione, di sacrificio e sprezzo del pericolo fuori dal comune. Tutto questo ha determinato un forte apprezzamento sincero da parte della popolazione e invece un po’ troppo roboante per essere vero da parte delle Istituzioni Politiche e Governative nazionali e regionali.

Tutto ciò ha generato ovviamente delle forti aspettative, sia di tipo economico che normativo da parte di questi professionisti nei confronti del rinnovo del loro CCNL 2019 – 2021.

Provo di seguito a ricordare alle Istituzioni interessate (Governo, Conferenza delle Regioni, Comitato di Settore Sanità e ARAN) quali sono quelle più importanti dalla cui soddisfazione non si potrà prescindere per superare questo momento di crisi terribile della Sanità Pubblica.

Apertura della Contrattazione Nazionale

È, a dir poco, indecente che a distanza di oltre 4 anni dalla data naturale di rinnovo e a 1 anno da quella di scadenza della sua teorica vigenza non sia iniziata la Contrattazione Nazionale per il rinnovo del CCNL con una serie di scuse risibili.

Se c’è una vera volontà a correggere le criticità sopra ricordate, sarà necessario aprire ufficialmente il “tavolo contrattuale nazionale” entro il mese di gennaio del 2023 e procedere a tappe forzate verso la definizione di un Contratto Nazionale condiviso e di svolta.

Aumenti retributivi
I livelli retributivi della Dirigenza del Ruolo Sanitario, se calcolati in valore assoluto, sono fra i più bassi fra i Paesi della Unione Europea e se invece calcolati in potere reale di acquisto sono all’ultimo posto.

Questa situazione è presente ormai da anni, malgrado i brillanti risultati nazionali ottenuti nel campo della prevenzione, diagnosi e cura delle malattie, evidenziati da buona parte degli indicatori di efficacia e qualità e, recentemente, dall’azione di contrasto alla Pandemia da Covid 19.

Questa discrasia viene interpretata come una scarsa considerazione o addirittura punizione per l’impegno profuso e genera frustrazione e crescente demotivazione.

È questo quello che si vuole? Ma se così non è, sarà necessario allora invertire la tendenza già con questo nuovo CCNL.

I Dirigenti del Ruolo Sanitario sanno benissimo che le aspettative economiche sono condizionate dai limiti di spesa programmati per il Pubblico Impiego, ma ritengono iniquo che tali limiti possano esistere solamente per questi e non invece per i liberi professionisti a partita IVA nei riguardi dei quali è stata introdotta la flat tax che consuma rilevanti risorse pubbliche.

Aumenti a regime del 4% medio sono però ben misera cosa rispetto all’inflazione di circa il 10%. Sarà necessario reperire in modo diretto o indiretto altre risorse ad esempio mediante:

  • stanziamenti regionali aggiuntivi a quelli messi a disposizione dal CCNL;
  • pagamento di tutte le prestazioni lavorative aggiuntive a quelle contrattuali come libera professione in favore dell’Azienda, con tariffe non inferiori a quelle utilizzate per le cooperative di medici;
  • fiscalità di vantaggio per attività disagiate e prestazioni aggiuntive, specie se rivolte all’abbattimento delle liste di attesa.

Certezza e correttezza attuativa
Buona parte del pessimo clima lavorativo aziendale è da imputare alla diffusa non attuazione o attuazione solamente parziale o scorretta delle norme dei Contratti Nazionali.

Una prova di ciò è data ad esempio dal:

  • numero basso (circa 30% – 40%) di Aziende Sanitarie che, a più di 3 anni dalla firma del CCNL attualmente vigente, hanno iniziato il confronto e la contrattazione aziendale;
  • numero significativamente minimo fra quelle che hanno aperto la contrattazione e il confronto e ad oggi lo hanno chiuso in tutte le materie e istituti previsti dal CCNL;
  • numero crescente da 12 anni a questa parte di contenziosi sindacali e legali nelle Aziende.

Da tutto ciò ne deriva che serva a ben poco sottoscrivere al livello nazionale un “bel contratto” pieno di iniziative valide e interessanti e corretto sul piano formale e legislativo se questo poi sistematicamente non viene attuato o attuato in forte ritardo e in modo limitato e scorretto al livello aziendale.

È necessario pertanto che il CCNL contenga già in esso strumenti cogenti e concreti che eliminino o almeno riducano fortemente questa piaga.

La soluzione a questa importante criticità al livello aziendale dovrà essere la condizione “sine qua non” per l’inizio della trattativa nelle altre materie.

Implementazione della specificità di questa Dirigenza nel CCNL
La Dirigenza del Ruolo Sanitario ha delle specificità che la differenziano profondamente dalle altre tipologie di Dirigenze del Pubblico Impiego.

La prima è una dirigenza di tipo tecnico – professionale, caratterizzata da forti competenze specifiche che si accrescono con l’esperienza, da una organizzazione del lavoro basata sull’equipe e da una gerarchia basata maggiormente sul principio del coordinamento di professionisti autonomi sul piano clinico.

Le altre Dirigenze del Pubblico Impiego appartengono alla tipologia burocratica – amministrativa, caratterizzate ciascuna da minori specificità rispetto alle altre, da un’organizzazione del lavoro prevalentemente individualistica, basata sul singolo dirigente, e da una gerarchia di tipo verticistico divisa rigorosamente in scomparti decisionali.

Queste peculiari specificità delle professionalità presenti nella Dirigenza Sanitaria rispetto a quelle presenti nelle altre tipologie di Dirigenza devono trovare una maggiore espressione concreta nelle diversi materie contrattuali quali ad esempio: le relazioni sindacali, i percorsi di carriera, la valutazione in tutti i suoi aspetti, i criteri e i principi generali inerenti l’organizzazione del lavoro, ecc..

Percorso di carriera e meritocrazia
In coerenza con quanto sopra esplicitato ne deriva che il percorso di carriera della Dirigenza Medica, Veterinaria, Sanitaria e delle Professioni Sanitarie deve essere basata sulla crescita delle competenze, dell’autonomia professionale e sulle responsabilità affidate e deve corrispondere soprattutto alla gerarchia del “saper fare” e non solamente a quella burocratico - gestionale.

Il percorso di carriera non può essere per la maggior parte dei dirigenti una mera illusione, perché conseguente solamente a fenomeni straordinari quali quelli caratterizzati da cessazioni dal servizio dei colleghi per qualsiasi motivo.

Devono essere riattivate condizioni concrete di aspettativa di carriera basate in particolare sulla competenza, capacità ed esperienza professionale.

Condizioni di lavoro
Il lavoro di tale Dirigenza è caratterizzato da attività disagiate per il carico straordinario di responsabilità correlate, per i rischi lavorativi e legali presenti e, non ultimo, per il pathos emotivo spesso conseguente a tutto ciò.

Se a tutto questo si aggiungono poi carichi di lavoro esasperanti ad elevato rischio lavorativo, con forte coartazione dei riposi e pesante alterazione del rapporto lavoro - famiglia a danno di quest’ultima, risulta lampante che tale situazione non sia ulteriormente sostenibile.

Tutto ciò molto spesso è poi aggravato da modelli di organizzazione del lavoro ideati a tavolino da chi non ha mai avuto esperienze vere in prima linea, basati su condizioni, criteri e principi generali teorici molto distanti dalla realtà.

Questo vulnus pericoloso deve essere affrontato dalla Contrattazione Nazionale introducendo almeno come materia di confronto regionale e aziendale i criteri e principi generali posti a base della formulazione dei Piani di Lavoro di ciascun reparto, dell’organizzazione del lavoro, in particolare per quanto riguarda l’emergenza ed urgenza.

Considerazioni finali
Da quanto sopra detto ben si comprende che dalla soddisfazione di queste aspettative contrattuali dipenderanno:

  • direttamente il miglioramento del clima lavorativo aziendale, attualmente pessimo, il recupero del sentimento di appartenenza alle Istituzioni sanitarie, l’umanizzazione dei carichi di lavoro, il recupero della dignità professionale, l’accessibilità ad un percorso di carriera soddisfacente;
  • indirettamente l’efficienza e l’efficacia della Medicina Pubblica e l’esistenza del S. S. N. così come è stato concepito fino ad ora: universalistico ed accessibile a tutti, indipendentemente dal reddito

Sarebbe una grave responsabilità tradire queste aspettative, ma confidiamo nell’intelligenza politica della Conferenza delle Regioni e in particolare del Comitato di Settore Sanità e dell’ARAN perché questo non accada.

Giuseppe Montante
Responsabile Nazionale Politiche Contrattuali ANAAO ASSOMED

Altri articoli

Segreteria Nazionale sede di Roma
Via San Martino della Battaglia, 31 - 00185 ROMA
Telefono 064245741 - Fax 0648903523
segreteria.nazionale@anaao.it - segreteria.nazionale@anaao.postecert.it