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13/08/2021

Covid, aumentano i ricoveri. Carlo Palermo: “9 su 10 sono no-vax”. INEWS24

Il segretario nazionale dell'Associazione Medici Dirigenti: "Spero che non saremo costretti a lasciare ancora una volta indietro i pazienti con altre patologie diverse dal Covid, ma comunque gravi".
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“Dopo tutto quello che abbiamo passato negli ospedali, adesso fa un po’ male vedere una ripresa della criticità, seppur lenta, soprattutto perché questa situazione è legata ai pazienti non vaccinati”. Ai microfoni di iNews24, Carlo Palermo, segretario nazionale dell’Anaao-Assomed (Associazione Medici Dirigenti), racconta la situazione che stanno vivendo i nosocomi italiani in queste settimane e spiega per quali ragioni il personale sanitario è preoccupato.

In queste ultime settimane torna ad aumentare il carico di lavoro negli ospedali. Cosa stanno vivendo i medici italiani in questo periodo?
“Abbiamo vissuto una vera e propria Caporetto sanitaria, c’è chi non va in ferie da più di un anno. Assistere adesso a una ripresa della criticità, seppur in fase iniziale e contenuta grazie ai vaccini, fa un po’ male. Soprattutto perché questa situazione è legata a pazienti che non si sono vaccinati. Ma la vera preoccupazione è che potremmo essere costretti ancora una volta a mettere da parte altre procedure che sono fondamentali per la corretta cura e assistenza ai malati che hanno patologie diverse dal Covid-19”;

Il personale sanitario italiano è preoccupato per questo?
“Tra i medici traspare una certa insofferenza nei confronti di chi non si è vaccinato, perché in carenza di posti letto, dovendo dare priorità ai pazienti gravi affetti da Covid-19, si trascurerebbero altre prognosi e altri malati. Il corto circuito che si crea tra medici e infermieri è proprio questo e deriva dal fatto che una non vaccinazione, pur essendo legittima, causa la rinuncia a salvare vite con altre patologie. È altrettanto vero però, che il diritto alla salute è universale e vale anche per i novax, quindi non si pone il dubbio sul diritto di accesso alle cure. Ma questo diritto vale per tutti”;

Come si stanno preparando gli ospedali italiani a un eventuale peggioramento della situazione?
“Assistiamo a una crescente richiesta delle aree Covid, soprattutto nelle Regioni a rischio zona gialla, come la Sardegna, la Sicilia e la Calabria. Molti ospedali stanno chiedendo un allargamento dei posti letto in terapia intensiva la riapertura delle aree mediche non critiche per malati Covid. Questo rappresenta un problema, perché ogni paziente in più in terapia intensiva, come ho detto, toglie la possibilità di avviare le attività ordinarie per altri malati”;

L’emergenza Covid ha realmente causato il peggioramento delle condizioni di salute di pazienti con altre patologie?
“Le attività ordinarie, in quest’ultimo anno e mezzo, sono rimaste bloccate e questo ha determinato un peggioramento delle prognosi e della mortalità. Se confrontiamo i dati del 2020 con gli anni precedenti, calcoliamo un eccesso di decessi per pazienti non Covid del 25-30%. Tra questi ci sono malati oncologici, cardiologici, chirurgici eccetera, perché l’accesso alle cure è stato rallentato. Rimandare, ad esempio, una procedura di screening per un malato oncologico, vuol dire far avanzare il tumore. Per questi pazienti il tempo significa vita”;

I dati di cui disponiamo registrano un aumento in ospedale di persone con sintomi, ma anche dei pazienti in terapia intensiva e dei nuovi ingressi in ospedale. Qual è il quadro generale della situazione nei nosocomi italiani?
“I dati sono in netto aumento rispetto a qualche mese fa. La quarta ondata comincia a farsi sentire. Però c’è un disallineamento tra la curva dei contagi che è in netto aumento, e la curva dei ricoveri che cresce in modo contenuto. Siamo in una condizione di sicurezza”;

C’è qualcosa che la preoccupa?
“Il dato preoccupante è che 9 pazienti su 10 in tutta Italia, o non sono vaccinati oppure sono vaccinati con una sola dose. Esiste anche una minoranza di pazienti che si ammala gravemente nonostante la vaccinazione completa, ma si tratta di persone con patologie gravi, su cui la variante Delta compromette il quadro generale. Questo dimostra la necessità della vaccinazione, che è l’unico modo per ridurre sensibilmente la possibilità di finire in terapia intensiva e morire. Abbiamo ancora molti over 50 non vaccinati, e proprio loro rischiano di essere contagiati e ricoverati. I numeri sono alti, anche se per ora il rischio è contenuto perché ci sono molti vaccinati”;

Quali sono i criteri con cui vengono dimessi i pazienti in ospedale?
“Man mano che aumentano gli ingressi abbiamo bisogno di turnover alti dei posti letto. Alcune situazioni di isolamento possono essere prorogate nei luoghi destinati ad accogliere soggetti positivi che devono stare sotto controllo, in modo da evitare i ricoveri fino al 21esimo giorno. La stessa cosa accade quando la condizione domiciliare del paziente non permette l’isolamento. Ovviamente in tutti i casi, la condizione clinica deve essere stabile”;

Come pensa che sarà l’autunno che sta per arrivare?
“Ora stiamo assistendo a un lento incremento dei casi, ma può essere che già la prossima settimana l’Rt scenda ancora. Potremmo arrivare a una fase di plateau dell’aumento dei contagi. Per quanto riguarda i ricoveri, per le prossime tre settimane, assisteremo a un lento incremento. Se riusciremo, nel frattempo, a vaccinare altri 10 milioni di persone entro fine settembre e se non arriveranno altre varianti, dovremmo avere una situazione meno critica dell’anno scorso. Ma oltre a questo c’è bisogno di seguire le regole che ormai conosciamo: distanziamento, mascherine e igienizzare le mani”;

Pensa che il green pass convincerà più cittadini a vaccinarsi?
“Il green pass è assolutamente uno strumento da accogliere. Siamo in una situazione di emergenza e va fatto tutto quello che serve ad aumentare le vaccinazioni. Certo, sarebbe meglio avere una misura netta e chiara, e anche legittima dal punto di vista costituzionale: la vaccinazione obbligatoria. Specie per le fasce d’età a rischio, come gli over 50. Vaccinarsi è un atto di generosità nei confronti di tutti”.

 

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