Roma, 25 set. (Adnkronos Salute) - "Mentre il Governo sogna la sanità del futuro, perso nei fantastiliardi da spendere, mancano interventi 'qui ed ora', per evitare un disastro prevedibile, presidiando il Pronto Soccorso, l'unica porta lasciata aperta per garantire il diritto alla cura". A denunciarlo è il presidente Anaao Assomed, Costantino Troise, che - sentito dall'Adnkronos Salute - ricorda come "nessuna delle criticità puntualmente denunciate da medici e pazienti è stata risolta" e dunque la situazione di Pronto Soccorso al collasso già in era pre-Covid rischia di riproporsi "con l'arrivo di una stagione influenzale, con l'aggravante costituita da un virus che continua a circolare producendo contagi e ricoveri in crescita".
"Già in era pre-Covid ogni stagione invernale ed ogni stagione estiva - afferma Troise - portava alla ribalta della cronaca uno stesso quadro, fatto di Pronto soccorso affollati, attese infinite dei pazienti per un posto letto divenuto merce rarissima, stazionamento di ore, se non di giorni, su moderni posti-barella semoventi, nei casi più fortunati, o su sedie o scrivanie, in una condizione di disagio e rabbia che non di rado sfociavano in aggressioni verbali e fisiche".
Tutto questo "prodotta dai tagli di personale e posti letto", denuncia. Criticità sempre denunciate da medici e pazienti che - ribadisce Troise - non sono state risolte in alcun caso.
"Le procedure obbligate di distanziamento, sanificazione degli ambienti, separazione dei percorsi, effettuazione di tamponi diagnostici, per evitare che, come è già accaduto, gli ospedali diventino il primo luogo di contagio - sostiene - non potranno che aggravare la situazione, dilatando le attese e il disagio dei pazienti e la frustrazione di medici ed infermieri, costretti a vivere lo stesso dramma su fronti contrapposti".
Gli interventi da attuare 'qui ed ora', secondo Troise, sono dunque: "assunzioni con contratti veri ed attrattivi per i giovani, incentivi per il personale, interventi straordinari per rinforzare tutto ciò che
è prima e dopo dell'ospedale e gestire la pandemia sul territorio".
"La sanità pubblica, precipitata nel baratro dell'incapienza di posti letto, di medici, infermieri, di spazi fisici, dispositivi - denuncia - è alle prese con una pandemia sommersa di prestazioni negate,
dirottate al privato che si ristruttura su linee produttive remunerative, alimentate da chi può permettersi di spendere. In un contesto in cui tutto è già oltre il limite rischia di smarrire, nel mix influenza-SarS-Cov2, il suo ruolo, e - conclude - il diritto alla salute viene legato al censo".