La Corte di cassazione ha ritenuto giustificati gli arresti domiciliari inflitti a un medico di una struttura pubblica che, speculando sui tempi di interruzione volontaria della gravidanza legale nell'ospedale presso cui operava, spingeva delle donne gravide che avevano interesse o necessità di abortire in tempi ristretti, a sottoporsi all'operazione presso il suo studio privato.