Non si può dimettere un ricoverato solo perché in ospedale c'è da rispettare un dato tasso di utilizzo dei posti letto: la valutazione decisiva deve essere fatta sulle condizioni del malato. La Cassazione ha bocciato le "logiche mercantili" nelle linee-guida degli ospedali: se le direttive interne sanciscono che i posti letto vanno liberati prima possibile, la loro osservanza a scapito dell'ammalato non salva il medico dalle responsabilità penali che possono derivare dalla sua scelta. La suprema corte ha fissato un principio cardine, stabilendo che il medico deve assumere la decisione migliore per la salute del paziente e sta dunque a lui verificare nel caso specifico se la prassi delle cosiddette "linee-guida", per quanto legittimamente ispirate a criteri di economicità di gestione, non risulti in contrasto con le esigenze di tutela del malato.