Roma, 3 feb (Velino) - La digitalizzazione del settore sanitario è “una necessità ineludibile”, ma contestualmente andrebbero “cambiate alcune procedure” (ad esempio nella prescrizione delle ricette), affinché “la tecnologia possa dare il massimo in termini di efficacia”. Carlo Lusenti, segretario generale dell'Anaao-Assomed, l'associazione sindacale dei medici dirigenti, ha illustrato al VELINO la sua opinione sulla informatizzazione della sanità. “Sono – ha spiegato - assolutamente favorevole a questa riforma, la digitalizzazione è una necessità ineludibile. È paradossale che ci sia in ogni tasca un cellulare ad alto contenuto tecnologico e poi nel lavoro usiamo strumenti come la carta e la penna che non useremmo mai nella vita di tutti i giorni”. Allo stesso modo, ha aggiunto, “prenotiamo voli aerei on line seduti alla scrivania di casa, ma se abbiamo l'influenza dobbiamo seguire procedura dell'altro secolo”. Lusenti ha sottolineato che il piano e-government 2012 elaborato dal ministero della Funzione pubblica “dà una serie di spunti e obiettivi”, anche perché “le occasioni di usare la tecnologia in ambito sanitario sono moltissime”. Il segretario dell'Anaao-Assomed si è soffermato su tre aspetti della digitalizzazione. Il primo è quello che riguarda i certificati di malattia e infortunio: “La trasmissione per via telematica è una qualcosa verso cui tendere naturalmente”, dal momento che l'attuale procedura per spedizione postale è farraginosa e superata.
Secondo aspetto affrontato da Lusenti è il fascicolo sanitario elettronico (Fse). Pur essendo favorevole, il segretario del sindacato dei medici dirigenti ha osservato che bisogna porre particolare attenzione alla privacy del Fse e alla tracciabilità delle informazioni. “Si tratta – ha spiegato – della trasmissione di informazioni sensibilissime, che riguardano lo stato di salute delle persone e la loro cartella clinica”. Informazioni che, “se modificate, potrebbero avere conseguenze rilevanti”. Per Lusenti bisogna essere molto precisi nello stabilire “la tracciabilità delle informazioni”. “Se sono – ha spiegato - modificate per errore o perché tecnicamente il testo è modificabile, allora l'informazione potrebbe cambiare. C'è quindi un problema di archiviabilità e di tracciabilità”, affinché vadano evitati a livello tecnico errori e intromissioni nel sistema. Infine, terzo punto è la ricetta online. “Bisognerebbe – ha auspicato il segretario dellAnaao-Assomed - fare un ragionamento complessivo sui modi della prescrizione per adattarli alle nuove tecnologie”. L'esempio è quello di un paziente anziano, malato cronico, che ogni volta deve andare dal medico di famiglia per farsi prescrivere le medicine. “Ricetta – ha sottolineato – che non può contenere più di due confezioni”.
Ciò significa che, ad andar bene, il paziente deve ripetere tutta la trafila dopo 15 giorni. Per questi casi, ha osservato Lusenti, “il medico di famiglia potrebbe fare una certificazione e trasmetterla, con validità semestrale, a una farmacia o una banca dati della città nella quale si trova o si deve recare il paziente anziano malato cronico”. Quest'ultimo, con la tessera sanitaria, si potrebbe quindi presentare in farmacia per i successivi sei mesi a ritirare le medicine di suo interesse. In pratica, ha osservato il segretario del sindacato, “se la tecnologia può essere rappresentata metaforicamente come un'auto, allora bisogna cambiare anche le strade. Se rimangono quelle dei tempi dei carri, l'auto non potrà dare il massimo delle prestazioni”. Allo stesso modo, ha concluso, occorre “cambiare alcune procedure” affinché “la tecnologia possa dare il massimo in termini di efficacia”.