La lettera del Segretario Nazionale Anaao Assomed al Direttore della testata online
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Gentile Direttore,
l’osservazione delle dinamiche della sanità del nostro Paese fa emergere evidenti paradossi.
Da una parte ci sono i professionisti. Siamo tutti consapevoli che la medicina del territorio, filtro indispensabile della presa in cura del paziente, è stata destrutturata al punto che rischia di saltare anche il rapporto fiduciario medico-paziente o quel che ne rimane.
Anche gli ospedali non se la passano meglio, sempre più vuoti e svuotati di medici e dirigenti sanitari e sempre più pieni di pazienti alla ricerca di riferimenti.
Dall'altra parte assistiamo all'avanzamento prepotente, ma al tempo stesso silenzioso, di nuovi punti di riferimento sanitari o presunti tali.
Mi riferisco alle Farmacie dei servizi che pian piano di fatto si accreditano come alternativa alla Medicina di prossimità, dando la percezione al paziente di poter ricevere cure, mentre bene che vada ha solo un primo ascolto, seppure importante, senza considerare il vuoto normativo in tema di certificazione di qualità delle prestazioni.
Mi riferisco all'avvento dell’Intelligenza Artificiale che inizia a dare la percezione diffusa che il robot e tutte le connesse applicazioni alternative all’uomo possa sostituire il medico in futuro e forse già nel presente.
In mezzo al guado ci siamo noi, i medici e dirigenti sanitari del Ssn, eroi per una manciata di mesi e poi rinchiusi nelle gabbie, neppure dorate, di contratti sempre più antiquati nella forma e nella sostanza e di una burocrazia ormai dilagante. Di fatto le dinamiche della nostra sanità ci incastrano e ci schiacciano, annullando sempre più la forza e la capacità di convivere con il nuovo mondo che lentamente si sta organizzando. In un ormai chiaro riposizionamento professionale cui aspirano tutti gli operatori sanitari, il medico e il dirigente sanitario sono forse gli unici a non aver ancora trovato la collocazione nella scala organizzativa della nuova sanità.
Il medico è ormai spettatore pagante, con grandi responsabilità (i cui limiti ancora non sono definiti e ufficializzati da un atto medico) e pochi riconoscimenti, fatto salvo qualche sviolinata in risposta alle lamentele di qualche sigla sindacale.
La domanda persistente di molti colleghi e colleghe è questa: quale sarà il futuro del medico e del dirigente sanitario in Italia?
Noi crediamo che il potere della firma sugli atti che compiamo e quello del rapporto fiduciario con il paziente oggi in crisi, restino indispensabili.
Il rischio però è che manchino oggi e mancheranno domani colleghi disposti ad assumersi questi oneri.
Occorre rendere la professione attuale, flessibile, sburocratizzata, incisiva socialmente e gratificante sotto il profilo sanitario.
Occorre un nuovo patto della salute, un rinnovato patto medico-paziente che rimetta al centro l'operato dei medici e dirigenti sanitari.
Concludo ricordando che, nonostante tutto, continuiamo ad assicurare più di 2 milioni di prestazioni al giorno gratuite e che senza i professionisti il servizio pubblico sarebbe già crollato.
Qualcuno sostiene che bisogna finirla di essere pessimisti perché questo si ripercuote negativamente sulla percezione che i pazienti hanno della sanità.
Io rispondo che i pazienti la percezione delle criticità che denunciano legittimamente, la avvertono ogni giorno e ancor più quando hanno maggior bisogno di cure e assistenza.
Rivolgo, infine, un appello al Governo, Al Parlamento, alle Regioni: creiamo oggi un nuovo patto della salute, perché domani il rischio concreto è che non ci sia più la controparte con cui dialogare.
Pierino Di Silverio
Segretario Nazionale Anaao Assomed