Rassegna di giurisprudenza
13/12/2022

Giurisprudenza: danno biologico, responsabilità contrattuale, certificato medico, demansionamento  

Sentenze: le novità dal 5 al 9 dicembre

Cassazione Civile – Sezione III - sentenza 31574/2022
Il danno biologico, se permanente, può essere risarcito con condanna ad una rendita vitalizia, con decisione che può - e, in certi casi, deve - essere assunta dal giudice anche d'ufficio. Costituisce la forma privilegiata di ristoro perché ogni rateo di rendita compensa, giorno dopo giorno, il pregiudizio sofferto dalla vittima nel corrispondente arco di tempo. E scongiura il rischio di dispersione di un ingente capitale corrisposto una tantum, a causa di condotte colpose, incolpevoli, da parte di soggetti in mala fede o semplicemente inesperti.

Cassazione Civile – Sezione III - sentenza 25972/2022. Presa in carico del paziente da parte di altra struttura. La responsabilità contrattuale nei confronti del paziente propria della struttura sanitaria comprende anche l'assunzione del rischio per i danni che al creditore possano derivare dall'utilizzazione di terzi per l'adempimento dell'obbligazione negoziale, ma non è configurabile qualora il pregiudizio consegua alla condotta di un soggetto terzo riferibile ad altra struttura, la quale abbia posto in essere una successiva e distinta presa in carico del medesimo paziente.

Cassazione Lavoro – sentenza 33134/2022. Certificato medico in ritardo: assenza giustificata. La consegna tardiva del certificato medico di malattia da parte del dipendente non configura l'assenza ingiustificata del dipendente che può condurre al licenziamento, tanto più che della tardività si è assunto la responsabilità. La Cassazione precisa che la produzione tardiva del certificato medico non equivale alla mancata presentazione e che non rileva che il certificato attesti retroattivamente l'insorgenza della malattia da una settimana.

Consiglio di Stato– Sezione II - sentenza 10161/2022. I limiti di prova nell’ipotesi di risarcimento da demansionamento. In ordine al demansionamento è stato affermato che il prestatore di lavoro, che chiede la condanna del datore di lavoro al risarcimento del danno subito a causa della lesione del proprio diritto di eseguire la prestazione lavorativa in base alla qualifica professionale rivestita (lesione idonea a determinare la dequalificazione del dipendente stesso), deve fornire la prova dell'esistenza di tale danno e del nesso di causalità con l'inadempimento, prova che costituisce presupposto indispensabile per procedere ad una valutazione equitativa.

Tar Lazio – Sezione III – sentenza 16023 del 30/11/2022. Controlli di appropriatezza eseguiti dalla Regione sulla struttura privata. Nel presente giudizio sono stati impugnati i provvedimenti con cui le intimate amministrazioni hanno manifestato l’esito dei controlli di appropriatezza eseguiti dalla Regione sulla struttura privata per le prestazioni sanitarie erogate in regime concessorio di accreditamento. Oggetto della contestazione non è la titolarità del potere di controllo da parte dell'amministrazione, ma l'esito di tale controllo, ovvero un accertamento privo di carattere autoritativo o discrezionale, che ha il limitato oggetto di esplicitare l'esito della verifica di correttezza tecnica dell'adempimento di una prestazione verso il pubblico

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