La condanna di un medico chirurgo per omicidio colposo a seguito della morte di un paziente richiede il necessario accertamento dell'andamento della patologia e dell'efficacia delle terapie, fatto basandosi su affidabili informazioni scientifiche calibrate sul caso concreto. Lo ricorda la Corte di cassazione nella pronuncia n. 42270/2017, con la quale è stata annullata con rinvio per un nuovo esame la sentenza di condanna di una dottoressa, giudicata responsabile di omicidio colposo commesso nell'esercizio della professione sanitaria.