La Suprema Corte ha sancito che la posizione di garanzia penalisticamente rilevante in capo all'equipe medica non riguarda solo l'intervento chirurgico, estendendosi invece anche alle fasi post-operatorie. Sui sanitari infatti grava l'obbligo di vigilanza sulla salute del paziente: risultano dunque responsabili penalmente i medici che, sottovalutando indici quali aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, non hanno portato il paziente in terapia intensiva, provocandone la morte dovuta ad una prevedibile insufficienza respiratoria.