La Cassazione ha confermato il no al ricorso di un uomo che aveva chiesto il risarcimento del danno morale per un test sierologico sbagliato da cui era risultato positivo all' Hiv, corretto una settimana dopo da un esame che aveva escluso la presenza del virus. Il tribunale di Bologna, nel 2002, aveva già condannato la Casa di Cura a un risarcimento di quasi 26 mila euro per errata diagnosi. L'uomo aveva presentato ricorso in appello sostenendo di aver subito anche un danno morale ed esistenziale per essere stato sottoposto, tra l'altro, al test anti Hiv senza il consenso preventivo. I giudici di secondo grado avevano bocciato l'istanza ritenendo che non fossero emerse ipotesi di reato e che il danno biologico fosse stato liquidato correttamente dal tribunale.
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