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12/07/2018

Meno laureati, più specialisti: la ricetta AG per una corretta programmazione del numero dei medici in Italia.

Sono tre le soluzioni proposte da Anaao Giovani: 1) Riduzione del numero di accessi al corso di laurea in medicina e chirurgia a 7.000 immatricolazioni per gli anni necessari a riassorbire l’attuale eccedenza. 2) Incremento del numero dei contratti di formazione specialistica ad almeno 8600 contratti/anno, come indicato quale fabbisogno dalla conferenza delle Regioni. 3) Istituzione di un tavolo tecnico permanente che analizzi costantemente le problematiche del sistema formativo e dei fabbisogni con il coinvolgimento delle sigle sindacali ed associazionistiche rappresentative.

Anaao Giovani esprime profonda contrarietà per la scelta del MIUR di incrementare il numero di immatricolazioni ai Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia, non procedendo, invece, a un incremento dei posti nelle Scuole di Specializzazione Medica e di Formazione specifica in Medicina Generale.

Il 28 giugno il Ministro Bussetti ha firmato il decreto con il contingente di posti per i Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia per l’anno accademico 2018-2019, portando il numero da 9100 dell’anno accademico 2017-2018, a 9779 nell’anno accademico 2018-2019.

Tale considerevole incremento non solo non risolve le attuali e drammatiche carenze di specialisti su tutto il territorio nazionale, ma peggiora ulteriormente la sproporzione tra il numero di laureati/abilitati ed il numero di quanti possono effettivamente accedere ai percorsi di formazione successivi, necessari per l’inserimento nel  mondo del lavoro.  Secondo le nostre stime, al prossimo concorso per le scuole di specializzazione si presenteranno circa 16.400 medici, a fronte di soli 6.200 contratti di formazione specialistica ministeriali, con l’esclusione di oltre 10.000 giovani colleghi dal percorso formativo post-lauream.

Il “limbo formativo” diventerà ancora più affollato nei prossimi anni accademici, dal momento che negli anni 2013/2014 e 2014/2015 sono stati iscritti quasi 30.000 aspiranti Medici, per gli accessi in sovrannumero legittimati dai ricorsi al TAR. Ad invarianza di contratti di formazione specialistica,  si stima che il numero di medici esclusi dal percorso formativo post-lauream raggiungerà nell’anno 2020-2021 la preoccupante cifra di oltre 20.000 unità. Tali numeri “monstre” rappresentano una condanna  per migliaia di giovani medici alla sotto occupazione o alla emigrazione, con una perdita netta non solo economica, ma soprattutto di conoscenze e capacità tecniche fondamentali e preziose per il futuro del nostro sistema sanitario.

Appare superfluo ricordare come, in molti casi, aumentare il numero di posti disponibili nei corsi di laurea non sottintenda affatto un automatico proporzionamento della capacità formativa reale del sistema universitario, intesa come idoneità degli spazi, possibilità di effettuare tirocini in congruo rapporto tutor/tutorati, accesso ai reparti di degenza in numero tale da non creare disagi ai pazienti.

La carenza di specialisti, destinata a peggiorare sensibilmente nei prossimi anni, può essere risolta solo attraverso una programmazione dei fabbisogni coerente con le necessità attuali e future del SSN, destinando risorse economiche aggiuntive, atte a permettere a tutti i laureati in medicina e chirurgia di proseguire nel percorso formativo successivo. Stiamo già assistendo a una massiccia ondata di pensionamenti che interesserà ben 88.000 medici del SSN, tra dipendenti e convenzionati, nel prossimo decennio, con picco compreso fra il 2018-2023. L’incremento degli accessi al corso di laurea è, dunque, addirittura dannoso, perché questi futuri medici non potranno esercitare la professione prima del 2028, quando oramai  la gobba pensionistica sarà in fase di riassorbimento, trovandosi quindi in un mercato lavorativo che tenderà  in pochi anni alla ipersaturazione  a causa di un eccesso di medici neo-laureati e neo-specialisti.

Altro dato allarmante, che deve spingere a una riflessione, riguarda il numero dei contratti di specializzazione “abbandonati” tra il 2016 e il 2017 che, secondo uno studio condotto dall’Associazione Liberi Specializzandi – fattore 2 A, risulta pari a 510, dei quali 350 “abbandonati” da  medici in formazione specialistica insoddisfatti della scelta o dell’offerta formativa, e 160 “bruciati” per asincronia del concorso di specializzazione  con quello di medicina generale, andando ad aggravare ulteriormente una situazione già drammaticamente rappresentata dai numeri sopra esposti. Con l’imbuto formativo e la carenza di specialisti, tale dato rappresenta una beffa che non possiamo più permetterci.
 
Occorrono azioni di programmazione di medio-lungo periodo che risolvano le problematiche in essere, senza cedere al fascino di provvedimenti estemporanei di immediato ritorno mediatico ma privi di un positivo e concreto impatto su una questione che determinerà il futuro dell’intero Servizio Sanitario Nazionale.

Anaao Giovani ribadisce con forza le proposte già avanzate:
 
1.    Riduzione del numero di accessi al corso di laurea in medicina e chirurgia a 7.000 immatricolazioni per gli anni necessari a riassorbire l’attuale eccedenza.
2.    Incremento del numero dei contratti di formazione specialistica ad almeno 8600 contratti/anno, come indicato quale fabbisogno dalla conferenza delle Regioni.
3.    Istituzione di un tavolo tecnico permanente che analizzi costantemente le problematiche del sistema formativo e dei fabbisogni con il coinvolgimento delle sigle sindacali ed associazionistiche rappresentative.

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