Informative
14/04/2015

Al via la riduzione delle pensioni liquidate nel 2012-2015. Persiste la disinformazione sulle cosiddette "pensioni d'oro".

Persiste la disinformazione anche sulla stampa qualificata che parla di provvedimento sulle “super pensioni”, mentre, in realtà, il ricalcolo riguarda tutte le pensioni siano esse “d’oro” che costituite da altro materiale assai meno pregiato, non essendo previsto un limite di reddito pensionistico (come proponeva Anaao Assomed nei suoi emendamenti).

L’Inps con la circolare n. 74 del 10 aprile 2015 ha dato esecutività a quanto disposto dalla legge di stabilità in materia di ricalcolo delle pensioni (Articolo 1, commi da 707 a 709 e 113, della legge 23 dicembre 2014, n. 190) per coloro che sono andati in pensione nel periodo 2012-2015, avendo 18 anni di contribuzione al 31.12.1995.

Anaao Assomed aveva presentato (purtroppo senza esito) emendamenti alla legge di stabilità, denunciando la gravità del fatto che pensioni già liquidate subissero un ricalcolo con possibili decurtazioni. Finora non era mai successo che pensioni già liquidate venissero ridotte a posteriori.

Un altro limite è stato valicato, andando a costituire un precedente che mina la credibilità della previdenza pubblica, già duramente colpita da una serie infinite di tagli e di inique riforme tutte a carico delle prestazioni dei lavoratori dipendenti, mentre si susseguono gli sconti e i regali per i datori di lavoro (si veda riduzione dei contributi datoriali nella legge di stabilità, la riduzione delle aliquote per gli autonomi nel decreto mille proroghe e le rassicurazioni ai datori di lavoro sulle contribuzioni legate al jobs act) e per una classe di imprenditori che dichiarano di guadagnare meno dei loro dipendenti.

Si dimentica che i contributi pensionistici sono soldi dei lavoratori e che, per esempio, un medico versa durante il ciclo lavorativo più di un milione di euro di contributi.

La circolare è quanto di meglio ci si poteva aspettare partendo dal testo approvato dal Parlamento. In particolare il testo della Legge: “computando, ai fini della determinazione della misura del trattamento, l’anzianità contributiva necessaria per il conseguimento del diritto alla prestazione, integrata da quella eventualmente maturata fra la data di conseguimento del diritto e la data di decorrenza del primo periodo utile per la corresponsione della prestazione stessa” è stato interpretato considerando anzianità utile per il calcolo non solo il periodo finestra, ma tutta la contribuzione versata oltre l’anzianità contributiva necessaria per ottenere il trattamento. In pratica tutti i contributi versati, anche quelli successivi al raggiungimento del limite per andare in pensione sono validi, come pure tutti i riscatti. Non era affatto scontato visto il tenore terrificante della norma.

Parimenti si è fatto un passo indietro sulla retroattività della decurtazione che decorrerà dal 1 gennaio 2015. Probabilmente si è voluto attenuare le parti più grevi della norma temendo i ricorsi della Corte Costituzionale che comunque saranno inevitabili.

In definitiva verrà effettuato un doppio calcolo con il sistema pre Fornero e con quello post Fornero e si prenderà il valore più basso. Se detto valore sarà superiore a quello liquidato, la pensione verrà abbassata con recupero degli arretrati a partire da gennaio 2015.

Secondo Il Sole 24 Ore la decurtazione dovrebbe essere di modesta entità (nell’ordine di 100 euro netti mensili per pensioni di 90.000 euro liquidate a fine 2014, tanto minore è stato il periodo post 2011, tanto minore l’eventuale decurtazione), anche se qualche vantaggio lo avevano avuto proprio i dipendenti pubblici per il fatto che con i contratti bloccati dal 2009 il contributivo era diventato paradossalmente perfino più vantaggioso del retributivo.

In definitiva l’operazione produrrà un gettito risibile a fronte di una clamorosa picconata al sistema. Si può ben dire che il fatto presenta l’aggravante dei futili motivi.

Persiste la disinformazione anche sulla stampa qualificata che parla di provvedimento sulle “super pensioni”, mentre, in realtà, il ricalcolo riguarda tutte le pensioni siano esse “d’oro” che costituite da altro materiale assai meno pregiato, non essendo previsto un limite di reddito pensionistico (come proponeva Anaao Assomed nei suoi emendamenti).

Un provvedimento pertanto di diffusa iniquità. Anaao Assomed valuterà le opportune iniziative a tutela dei propri iscritti pensionati.

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