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03/04/2023

Test Medicina 2023, gli aspiranti dottori e le ombre sulla professione. Anaao su FORTUNE

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Il sogno del ‘camice bianco’ resiste, nonostante gli allarmi che arrivano dalle corsie italiane. Secondo stime comunicate da Cisia sarebbero quasi 80mila gli aspiranti dottori che si sono iscritti al nuovo test di Medicina 2023 formato Tolc Med, che sostituisce il vecchio (e tanto criticato) quizzone.

Il termine per accedere alla prima finestra di prove online gestite dal consorzio Cisia – in calendario dal 13 al 22 aprile a seconda dei singoli atenei – è appena scaduto. Ma quest’anno a tranquillizzare gli aspiranti è soprattutto la possibilità di ripetere la prova: c’è infatti un secondo slot a luglio (dal 15 al 25). Da Cisia segnalano, inoltre, il picco di richieste al servizio di assistenza in occasione dell’attivazione della procedura, forse anche perchè ci si aspettava una sorta di ‘click day’.

Ora però i giochi sono fatti, almeno per la prima finestra. E il confronto con lo scorso anno mostra chiaramente come la professione, almeno all’esterno e agli occhi dei giovani, non abbia perso smalto: l’anno scorso gli studenti registrati erano stati oltre 65mila (56mila si sono poí effettivamente presentati) al test di Medicina a settembre. Con un boom di non idonei (il 50% dei candidati).

Da sogno a incubo

“Quando devi iscriverti a Medicina lo vivi come un sogno, poi quando ci entri dentro si trasforma in un incubo. Noi cerchiamo di destare dai sogni i nuovi aspiranti, ma a quanto pare con scarsi risultati”, afferma a Fortune Italia Pierino Di Silverio, segretario nazionale dell’Anaao Assomed, alle prese con le trattative all’Aran per il rinnovo del contratto 2019-21. Ma andiamo per ordine.

I posti a disposizione

Mentre le prove si avvicinano, resta caldo il tema dei posti a disposizione (e il dibattito sull’eliminazione del test per Medicina. Al momento si sa che ai 14.787 posti provvisori (per i corsi in lingua italiana) decisi a febbraio dal ministero dell’Università (Mur) si potrebbe salire a 18-19mila (tra italiano e inglese), ovvero circa 4mila in più del 2022.

Resta poi il nodo delle borse di specializzazione, aumentate negli ultimi anni per ridurre il cosiddetto imbuto formativo. A innescare questa revisione, gli errori di programmazione che hanno portato l’Italia a fronteggiare una drammatica carenza di medici, in particolare per alcune specialità. 

Tra fiction e realtà

Da ‘E.R.’ al ‘Dottor House’, fino a ‘Un medico in famiglia’ e ‘Doc’, la professione è stata protagonista negli anni di celebri serie Tv. E oggi? “Quella del medico è una professione a prova di disoccupazione, almeno nell’immaginario. Ebbene, noi lo auspichiamo, ma invece temo vedremo medici disoccupati da qui a 10 anni se si continuerà su questa china”. L’idea di Di Silverio è che, dopo gli errori di programmazione del numero chiuso in passato, si finisca per replicare con scelte (“sbagliate”) di segno opposto.

“A mio avviso il rischio è serio: le dichiarazioni sull’intenzione di superare il numero chiuso a medicina si scontrano con una programmazione assente. Vorrei sapere dal ministero – continua il leader Anaao – dove pensa che mancheranno i medici, ovvero in quali specialità. Rischiamo infatti di creare una pletora medica, con una moria delle specializzazioni che invece servono di più“. Tra l’altro “se aumentano a 19mila i posti a Medicina senza far crescere le borse, si replica l’imbuto formativo“.

La carica dei 38mila specialisti

Il problema è economico, ma anche di programmazione. “Abbiamo fatto studi che abbiamo messo a dusposizione di tutti. I numeri ci dicono che la gobba pensionistica si esaurisce nel suo apice in 2 anni, dopodichè si torna a quella fisiologica, ma l’ingresso dei giovani non sarà fisiologico. Tra 5-6-7 anni entreranno 36-38mila medici specialisti. Prima di aprire Medicina, decidiamo dove metterli”, insiste Di Silverio.

Il rischio è anche quello di svendere la professionalità del medico, secondo il segretario. “Oltretutto la soluzione alle carenze attuali l’abbiamo in casa: gli specializzandi, grazie al decreto Calabria, che sono più di 30mila”.

Si tratta di temi piuttosto complessi, che magari sfuggono oggi agli aspiranti medici alle prese con la preparazione per il test. Ma saranno cruciali per il futuro della professione.

 

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