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01/10/2022

L'allergia dei medici al pronto soccorso: un posto su due resta senza candidati. Anaao su LA REPUBBLICA

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di Michele Bocci

Non è neanche un lavoro per giovani. Che i medici strutturati avessero problemi a svolgerlo si era capito da tempo, viste le continue uscite dei camici bianchi dai pronto soccorso. Adesso, i dati sulle borse di studio per le specializzazioni in Medicina rivelano che anche i neo laureati hanno scarso interesse per l'emergenza. Il primo giro di assegnazioni alle scuole universitarie si è appena concluso e 445 posti di medicina di urgenza su 886, cioè la metà, non sono stati assegnati.
Quindi il problema non era lo scarso numero di borse messe a disposizione dagli atenei, che negli ultimi anni è stato aumentato, ma piuttosto quello delle vocazioni. Pochi sono disposti a lavorare in reparti dove i turni sono duri e gli organici in difficoltà. Così le prospettive per il sistema sanitario in un settore centrale della sua attività sono buie. I dati sulle assegnazioni sono stati elaborati dall'Anaao, il principale sindacato dei medici ospedalieri. Il bando per le varie scuole è nazionale e ogni candidato teoricamente può indicare in ordine di gradimento tutte le specialità e tutte le sedi universitarie, per un totale di ben mille scelte.
Si fa un test e per essere ammessi alle scuole non c'è un voto minimo. Se alcuni posti restano vuoti è perché nessuno ha indicato quella specialità nemmeno come ultima ipotesi. «I giovani non scelgono il pronto soccorso per tre ragioni dice Piero di Silverio, segretario di Anaao. Intanto si tratta spesso di reparti male organizzati e pieni di pazienti, molti dei quali dovrebbero essere curati altrove. Poi non c'è possibilità di fare carriera. Infine, non si guadagna abbastanza rispetto al tipo di lavoro rischioso, complesso e stancante». Secondo il sindacalista «è necessario agire sul contratto. Non bastano i circa 80 euro al mese stanziati dal ministro Roberto Speranza. Gli stipendi vanno adeguati alle condizioni mutate. E poi bisogna dare la possibilità di fare carriera». Quest'anno erano 14.378 i posti nelle scuole di specializzazione. Il 12%, cioè 1.768, non sono stati assegnati. Si tratta di un dato interessante perché l'aumento delle borse era un modo per affrontare la crisi di organici del sistema sanitario. La prossima settimana, però, chi è rimasto fuori può rientrare, scegliendo un posto libero.

Visto che al momento dell'iscrizione si potevano inserire le proprie preferenze, è difficile che le cose cambino molto. «Di certo non aumenterà il numero degli specializzandi in medicina di urgenza dice Giammaria Liuzzi di Anaao Giovani Coloro che volevano iscriversi a quella scuola l'hanno già fatto. E chi non era interessato prima, di certo non ha cambiato idea adesso». La specialità con più posti non assegnati (ben il 74%) è la microbiologia e virologia. Seguono patologia clinica e biologia clinica (63%) e radioterapia (62%). Urgenza a parte, a colpire sono i numeri delle borse non assegnate in chirurgia toracica (il 35%) chirurgia generale (18%), malattie infettive (15%) e anestesia e rianimazione (14%). Fanno il pieno invece specialità forti nel privato, come chirurgia plastica, dermatologia, oftalmologia. Poi ci sono scuole dove i posti liberi sono pochissimi e verranno presi da chi è rimasto fuori, come otorino, ginecologia e radiologia. «Non basta aumentare i contratti dice Liuzzi la formazione va fatta anche negli ospedali non universitari, come accade negli altri Paesi europei». Sull'emergenza «lo specializzando percepisce 1.300 euro al mese per formarsi in reparti con carenza cronica di specialisti, accanto a colleghi di cooperative che prendono in un giorno quasi quanto lui in un mese». Ecco un'altra tendenza. Sempre più medici lavorano al pronto soccorso come turnisti, liberi professionisti che tappano i buchi degli ospedali in crisi. E intascano anche 100 euro l'ora.

Ecco le graduatorie delle specializzazioni: per alcune c'è la coda, per altre mancano le domande

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