Dicono di noi
18/11/2020

Come sarebbe il SSN senza donne? Come sarebbe se lo governassero le donne? 

Come sarebbe il SSN senza donne? 
Impossibile immaginarlo: le donne sono già i tre quarti della forza lavoro sanitaria

La pandemia ha drammaticamente evidenziato quanto le donne siano state necessarie, dalle competenze elementari a quelle più sofisticate, e quanto siano stati allo stesso modo preziosi gli occhi, le mani, l’abilità e l’intelligenza di tutte, in particolare di infermiere, mediche, biologhe, tecniche, OSS, personale di pulizia, lavorando a mani nude, senza vedere i figli o i genitori, vivendo in luoghi diversi, e barcamenandosi da casa anche con la Dad.

Come hanno reagito all’epidemia le donne che curano? 
Oltre agli outcome clinici già evidenziati in questi mesi, saranno presto evidenti studi sulla differenza con cui le donne hanno gestito le carenze, l’impotenza, le emozioni, e sulle differenti modalità di affrontare l’imprevisto: comunicare, assumere decisioni e responsabilità.

Come sarebbe il SSN se lo governassero le donne? 

🆗Dall’inizio della pandemia, le donne che curano vivono e governano una lunga traversata che non si limita all’orario di lavoro, pagando elevati “costi” quanto a vita famigliare e conciliazione vita-lavoro,

🆗Hanno dimostrato di sapere resistere per lunghi mesi, ben prima degli ultimi “ristori” che permettono di non lasciare i figli, malati o in quarantena, soli a casa, per andare a lavorare.

🆗Hanno già dimostrato, solitamente “in trincea”, ma anche ai (pochi) piani alti, come potevano e con quello che avevano, di saper governare più e meglio della media degli amministratori e decisori di cui al momento disponiamo.

La luce in fondo al tunnel

🆗L’impatto con l’iceberg -pandemia ha visto le donne, in maggioranza, ma nella terza classe, alle prese con l’acqua che avanza mentre sul ponte di comando della emergenza sanitaria, ben lontano dalla vista diretta della sofferenza, si gira un altro film fatto di annunci: dalla retorica degli stati generali alle ripartenze e alle task forces.

🆗Le donne continuano a curare, lavorano a testa bassa, raccolgono i cocci, assicurano la sopravvivenza a tutti. E’ questa una millenaria abilità, utile negli scenari di tutte le tipologie di disastri.

🆗E intanto pensano a cambiare l’organizzazione del lavoro di cura, a dissacrare il vangelo dei conti che devono tornare e dei costi che si devono abbattere lucrando sul valore delle competenze e delle stesse vite di chi soffre e di chi cura.

🆗E pensano a costruire un futuro di trasformazione dove soffrire per lavorare non è un destino.

Le donne possono rifondare la Sanità

🆗Le donne che curano sono anche studentesse eccellenti: hanno imparato molto da questa lezione epocale e dagli errori altrui.

🆗E nel generale vuoto di idee funzionale alla conservazione dello statu quo, stanno raccogliendo esperienze, costruendo reti e materiali per il futuro del lavoro di cura.

🆗La Sanità che vogliamo: appunti per una rivoluzione. Non si tratta di uno slogan ma di un laboratorio in progress che ha già da tempo un volto e una mente femminile.

🆗Una visione a tutto campo per una Sanità sempre più irreversibilmente vicina al governo dalle donne. Non solo manodopera femminile, ma anche idee, luoghi, contenuti, organizzazione, “dottrine”.

🆗Non (solo richieste di) voce o partecipazione ai tavoli ma tutta l’autorevole esperienza in campo da parte di chi il lavoro lo fa, non di chi campa sul lavoro altrui.

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