Rassegna di giurisprudenza
30/03/2018

Sentenze: le novità dal 26 al 30 marzo 2018

Questa settimana: - Indennità di esclusività fuori dal blocco; - Obbligo informativo: il linguaggio del medico deve essere comprensibile; - Cartella Clinica incompleta; - Risarcimento del danno: il decalogo della Cassazione.

Tribunale di Avellino – Sentenza n. 224/2018 e Tribunale di Avellino – Sentenza n. 829/2017. Il Tribunale di Avellino, ha riconosciuto l'inapplicabilità delle disposizioni in materia di blocco della retribuzione dei pubblici dipendenti nel periodo 2011-2014 allo scatto di indennità di esclusività previsto al raggiungimento dei 5 anni di servizio.Il giudice facendo riferimento alla “dinamica retributiva” da legare al positivo superamento della valutazione da parte del dirigente al termine del quinto anno, afferma che l’attribuzione dell’indennità di esclusività della fascia superiore è un evento straordinario ed in quanto tale non soggetta al blocco stipendiale

Cassazione Civile – Sezione III – Sentenza n. 6688 del 19/03/2018. L’ospedale deve risarcire il danno da perdita di chance e quello morale ai familiari di un paziente deceduto se il medico ha rispettato l’obbligo informativo, ma lo ha fatto con un linguaggio tecnico sulla diagnosi della malattia senza farsi comprendere bene dal paziente. A stabilirlo la III sezione della Cassazione con sentenza 6688/2018 in cui si afferma che un’informazione incompleta, così come una informazione assente, danneggia il diritto del paziente. E partendo dal presupposto che l'obbligo informativo del medico è presente fino dagli accertamenti diagnostici, i giudici hanno chiarito che questo si adempie traducendo la diagnosi "a livello di conoscenza scientifica del paziente" sia per quanto riguarda il suo significato intrinseco, sia per i limiti temporali entro i quali sottoporsi a ulteriori accertamenti o a trattamenti terapeutici e non può ridursi a una "illustrazione tecnica e atemporal

Cassazione Civile – Sezione III – Sentenza n. 7250/2018. La cartella clinica è essenziale per la determinazione di eventuali negligenze e, se incompleta, dimostra la colpa dei sanitari. Per la Cassazione la struttura sanitaria ha l'onere di redigere una cartella in ordine e completa in modo da poter accertare eventuali negligenze o imperizie da parte dei sanitari oppure scagionarli per aver comunque seguito la best practice, ma senza risultati. L’incompletezza della cartella clinica va ritenuta circostanza di fatto che il giudice di merito può utilizzare per ritenere dimostrata l’esistenza di un valido nesso causale tra l’operato del medico e il danno patito dal paziente.

Cassazione Civile – Sezione III – Sentenza 7513/2018. In una causa per un sinistro la Cassazione (sentenza 7513/2018) ha stabilito che il risarcimento corrispondente a un determinato grado di invalidità riconosciuta, comprende già la menomazione degli aspetti 'dinamico relazionali', conseguenza 'normale' del danno alla salute e non di un danno diverso. Sempre che la particolarità del caso non abbia reso più gravi le conseguenze della menomazione, giustificando un aumento del risarcimento del danno biologico con l’aggiunta del 'danno morale'. E per questo ha stilato dieci regole per individuare e risarcire il danno alla salute.

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