Comunicati stampa
19/09/2001

L'Anaao commenta il documento del Ministro della salute

19 settembre 2001 - L'Anaao Assomed esprime, in premessa, un giudizio sostanzialmente negativo sulle misure allo studio del Ministro della salute, destinate a modificare l’attuale assetto dell'organizzazione della sanità nel nostro Paese. Infatti gli interventi che, almeno nelle intenzioni di Sirchia dovrebbero essere contenuti nella prossima legge finanziaria, mirano a stravolgere, elettivamente, uno dei pilastri su cui si basa la risposta di salute e cioè l’ospedale, trasformando radicalmente sia la proprietà e la gestione delle strutture che le condizioni di lavoro dei medici che vi operano.
Come associazione di professionisti medici che lavorano negli ospedali pubblici manifestiamo la nostra contrarietà ad un progetto che privilegia una sanità attenta solo ai problemi dei grandi ospedali - affrontati e risolti, comunque, in modo non condivisibile - e che propone una non meglio definita chiusura delle piccole strutture. Un progetto preoccupante, quindi, che penalizza gli ospedali ed impoverisce l’espressione professionale dei colleghi.

Passando all'analisi dei punti della proposta ministeriale vogliono sottolinearne gli aspetti che destano preoccupazione, ma anche quelli su cui ci troviamo in sintonia:

Ipotesi di istituzione di una Fondazione per gli Irccs: rigettiamo le ipotesi di trasferimento della proprietà di alcuni istituti ad una Fondazione e di affidamento della loro gestione a società private perchè in questo modo potrebbe essere distorta la missione sociale dell'ospedale e verrebbe sottratta ai cittadini la possibilità di controllo attraverso le istituzioni e verrebbe comunque a diminuire la indispensabile trasparenza di gestione. Riteniamo, invece, opportuna la proposta di far partecipare le banche con apporto di capitali naturalmente non a fini di lucro.

Ospedali: ambigua e confusa e la parte che riguarda la riconversione degli ospedali minori che, nel progetto, verrebbero affidati a distretti, all'interno dei quali il persona!e ospedaliero sarebbe supportato nel suo lavoro dai medici di medicina generale. Le perplessità nascono dal fatto che non vengono individuate le caratteristiche degli ospedali da riconvertire così come sono assolutamente incerte le caratteristiche dei medici destinati all'assistenza ai malati. Siamo disposti a contribuire ala riorganizzazione della rete ospedaliera proprio perchè i medici vogliono svolgere la loro professione in strutture adeguate e che garantiscano sicurezza ai cittadini. Ma tutto questo deve avvenire con lo scopo di migliorare e qualificare l’assistenza e non solo per risparmiare.

Medici: rispetto al rapporto di lavoro il testo si fa molto contraddittorio, ma, per quanto comprensibile, non e accettabile. Si prevede che l’esclusività di rapporto con la struttura sia obbligatoria ad eccezione di alcune situazioni stabilite dall'azienda, attraverso una scelta del Direttore generale. Dal rapporto esclusivo non sembra discendere il diritto allo svolgimento della libera professione dentro l’ospedale, che dipenderebbe anche in questo caso da una scelta aziendale, e forse per questo non si fa menzione dell'obbligo da parte del DG di attrezzare l’ospedale per questo fine, tantomeno si suggerisce una soluzione nel caso in cui le strutture non siano dotate di spazi idonei. Inoltre i colleghi che vogliono svolgere attività extramoenia devono dimettersi dalla struttura pubblica ed instaurare con essa rapporti libero professionali. Queste ipotesi mal si conciliano con quello spirito di liberalizzazione più volte ribadito dal Ministro, relegando la libera professione non ad un diritto dovere, ma ad una concessione delle aziende che esclude queste ultime dal proporsi con i propri professionisti nel “legittimo mercato" delle prestazioni a pagamento, bensì peggiorano le attuali condizioni di lavoro dei medici italiani. L'unico aspetto che ci trova d'accordo con il progetto e quello relativo alla reversibilità della scelta.

Direttori generali: non sembra che le ipotesi allo studio rispondano nella realtà all'obiettivo dichiarato di ridurre nella sostanza l’eccesso e la solitudine del potere dei Direttori Generali ad eccezione della riduzione della loro soggettività nella scelta degli apicali. In questo caso andrebbero però completamente ridisegnate le commissioni di concorso.

ECM: la proposta non e in sintonia con l’attuale sistema applicato in via sperimentale, ma soprattutto, non contempla la possibilità che le aziende o i medici vengano finanziati per i programmi di formazione. I medici dell' Anaao Assomed si oppongono alla possibilità di un periodico "rinnovo della licenza professionale" e quindi alla ripetizione dell'esame di stato, perchè considerano gli attuali strumenti di verifica assolutamente idonei e sufficienti a garantire il controllo delle loro capacita.

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