Comunicati stampa
15/11/2001

Il Governo mette a repentaglio l'esistenza del sistema sanitario nazionale

15 novembre 2001 - Comunicato stampa intersindacale - Anaao (ospedalieri), Fimmg (medici di famiglia) e Sumai (specialisti ambulatoriali) contestano il provvedimento del Governo che sta per essere approvato dal Parlamento

Il decreto “tagliaspesa”, che la Camera dei Deputati si appresta a convertire in legge, è un provvedimento «dirompente per il Servizio sanitario nazionale, che sembra scritto da qualche ragioniere forse bravo nel suo mestiere, ma certamente insensibile ai problemi di salute degli italiani e sordo agli appelli del Presidente della Repubblica sul sentimento di unità nazionale».

È questo il commento unanime dei leader dei maggiori sindacati medici italiani - Serafino Zucchelli (Anaao-Assomed), Mario Falconi (Fimmg) e Alberto Lala (Sumai) - sul provvedimento che, salvo clamorose sorprese, diventerà legge nelle prossime ore con l’approvazione definitiva della Camera dei Deputati.

«Siamo perfettamente consapevoli che il Ssn, nonostante abbia portato il nostro Paese ai vertici mondiali in termini di risultati di salute, ha ancora bisogno di interventi per migliorare la sua efficienza e la sua efficacia – sostengono i tre leader sindacali – ma le soluzioni proposte da questo provvedimento sembrano andare nella direzione opposta e, anzi, ne minano le fondamenta. Non è difficile prevedere – spiegano – che l’autonomia regionale così come interpretata nel testo di legge porterà in breve tempo alla disgregazione del Ssn e alla nascita di tante “repubbliche sanitarie” quante sono le Regioni, con buona pace dei principi di universalità ed equità sanciti dalla Costituzione, ai quali si è sempre ispirato. Basti pensare che ogni Regione potrà di fatto avere un suo Prontuario farmaceutico semplicemente attraverso un proprio atto amministrativo e che, perciò, il cittadino di una determinata Regione potrà avere gratuitamente medicinali che il cittadino di un’altra Regione dovrà invece pagare».

«Questa legge, perciò, ci preoccupa fortemente – aggiungono Zucchelli, Falconi e Lala - così come, d’altra parte, ha suscitato forti perplessità all’interno della maggioranza che sostiene il Governo, testimoniate per esempio da suoi autorevoli esponenti quali il senatore Tomassini e l’onorevole Parodi».

Ciò non vuol dire, precisano comunque i tre rappresentanti sindacali, che tutto debba restare com’è e che i medici non siano disponibili al cambiamento, anzi. «Ma, invece che perpetuare metodi vessatori del passato, sarebbe più proficuo cercare le soluzioni migliori attraverso il confronto e la “sperimentazione sul campo” piuttosto che imporle con atti d’imperio». Un esempio, spiegano, è la vicenda degli Irccs (Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico), ai quali il Governo, con una norma della Finanziaria 2002, vorrebbe imporre la trasformazione in fondazioni affidandone la gestione ai privati: «Potrebbe anche essere una buona soluzione – dicono i tre leader – ma perché, prima di imporla a tutti, non la si può sperimentare sul alcuni di loro?».

«A tutto ciò si aggiunge – proseguono Zucchelli, Falconi e Lala – che anche questo Governo, come molti altri nel passato, non ha sentito la minima esigenza di confrontarsi con gli operatori del settore per cercare soluzioni condivise. Che senso ha, allora, il cosiddetto “parlamentino” dei medici che il ministro Sirchia ha voluto e che finora è stato convocato una sola volta? Che senso ha se, nel frattempo, il Governo vara misure assolutamente autoreferenziate, mal “digerite” non solo dall’opposizione parlamentare ma anche da una parte della maggioranza che lo sostiene? Evidentemente – concludono i tre leader – anche in questo Governo c’è qualcuno che non ha capito che i tempi sono cambiati e che nessuno, a cominciare dai medici, è più disposto a subire passivamente decisioni imposte dall’alto».

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