Un medico cardiologo di turno presso il reparto di cardiologia di una struttura ospedaliera è stato condannato a sei mesi di reclusione per il reato di rifiuto di atti d'ufficio per aver omesso di effettuare una consulenza su un paziente ricoverato in altro reparto. A scagionare l'imputata non può valere l'argomento difensivo della discrezionalità della consulenza cardiologica dal momento che, nel caso specifico, la relativa richiesta le pervenne per via telefonica e l'unico modo per decidere sulla convenienza di essa era la visita diretta.