Comunicati stampa
12/12/2002

Le ragioni della protesta del 19 dicembre

12 dicembre 2002 - I medici dell’Anaao Assomed riuniti a Roma in occasione del Consiglio nazionale, dichiarano in modo unanime che non accetteranno mai che i medici dirigenti del Ssn siano schiacciati nella morsa di un indecoroso conflitto istituzionale tra Governo e Regioni con il risultato certo per i cittadini di un abbassamento del livello di tutela della salute e per i medici di una grave e mai prima verificatasi perdita dei diritti acquisiti attraverso una libera pattuizione.

Da una parte, infatti, il Governo non rispetta i patti stabiliti con le Regioni nell’agosto 2001, ritarda i pagamenti dei debiti pregressi e dà vita ad una finanziaria che riduce fortemente l’impegno economico a favore di Regioni ed enti locali in campo sanitario e sociale, togliendo loro anche il potere impositivo.

Basterebbe la forte contrazione degli investimenti a togliere vita al Sistema sanitario nazionale.

Se a questo si aggiunge: la non previsione delle somme per un rinnovo contrattuale che mantenga il potere d’acquisto dei salari; il blocco del turn over dei medici; l’elevazione dell’età pensionabile a 70 anni; la modifica dello stato giuridico che permetterà ai responsabili di struttura complessa di non essere esclusivi, si completa il quadro evidente di un abbandono da parte dello Stato dell’interesse e dell’impegno nella sanità pubblica a vantaggio dell’egoismo di pochi.

Dall’altra parte le Regioni, incattivite e frustrate per il trattamento loro riservato dalla finanziaria, dichiarano pubblicamente la volontà, nel caso di accoglimento degli emendamenti presentati in Senato, di dissociarsi da tali scelte con la conseguente sospensione della erogazione della indennità di rapporto esclusivo.

E’ sconcertante, inoltre, come in questa confusione istituzionale derivante da un federalismo competitivo non completato dalle indispensabili norme applicative (ddl La Loggia), faccia irruzione senza alcun rispetto degli equilibri istituzionali e del normale buon senso, il ddl sulla devoluzione, non voluto dalla maggior parte dei cittadini e dei parlamentari, ma preteso col ricatto da una parte piccola e rumorosa del mondo politico. Se le parole del ddl di Bossi hanno ancora un senso, la potestà di legiferare in sanità affidata in modo esclusivo alle Regioni, sancirà la scomparsa del sistema sanitario nazionale unico e solidale e la differenza dei cittadini a seconda del luogo di residenza. A questo potranno seguire per i medici del Ssn diversi stati giuridici e diversi contratti.

I medici del Ssn di fronte ad un tale stato di cose protestano vivamente, si mobilitano e sciopereranno il giorno 19 dicembre 2002 per richiamare tutti alle loro responsabilità.

Ribadiscono la necessità che tutti i cittadini siano uguali nella fruizione del diritto alla salute; la insostituibilità del sistema sanitario come strumento valido di tale tutela che deve essere adeguatamente finanziato; la validità di un unico stato giuridico dei dirigenti e del contratto nazionale di lavoro.

Continuano a giudicare fortemente positivo il loro rapporto esclusivo con la struttura pubblica pur nella necessità di opportuni e non devastanti aggiustamenti.

Dichiarano nuovamente che la legge Finanziaria non è lo strumento adeguato ad introdurre cambiamenti in materie tanto delicate.

Rilanciano il tavolo a tre (Governo, Regioni, professionisti) come strumento indispensabile per giungere a nuove norme utili e condivise.

L’Anaao Assomed si vedrà costretta ad organizzare ulteriori forme di protesta se tale metodo non verrà instaurato.

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