Comunicati stampa
05/01/2007

Ospedali fatiscenti e infezioni: è sempre colpa dei medici?

5 gennaio 2007

“Dopo i 90 morti al giorno in ospedale per gli errori dei medici, poi ritrattati e smentiti anche dal ministero della salute, ora i 7000 morti all'anno perché medici e infermieri non si lavano le mani.

Usare dati eterogenei, presi da studi di dubbia credibilità, mescolare fonti nazionali e internazionali, relative a condizioni non confrontabili, sta diventando una moda. Tutto nella più completa superficialità e con indecente pressapochismo, tutto per sollevare scandalo e avere più visibilità, tutto senza la responsabilità di approfondire le cause, verificare le fonti e rispondere delle conseguenze che simili affermazioni determinano. Si potrebbe dire che ne ammazza più l'ospedale della peste manzoniana, e che i medici sono i nuovi untori di questa epidemia. 

Perché la causa dell'epidemia, vera o presunta, di infezioni ospedaliere è la poca attitudine dei medici ospedalieri a lavarsi le mani.

Ci vuole un bel coraggio, o una cattiva fede, per essere così miopi e parziali. 

Sono decenni che il più grande policlinico italiano gestito direttamente dall'università è fuori controllo, che riemerge come un fiume carsico nell'elenco dei problemi irrisolti, che richiede finanziamenti ad hoc e a fondo perduto nelle leggi finanziarie, che resiste a ogni tentativo (ricordate le polemiche del ministro Bindi ai tempi del Direttore Fatarella?) di riorganizzazione e riconversione,  che nomina e consuma Direttori generali strapagati che nulla risolvono, che costringe medici e pazienti a convivere con incuria, sporcizia, cattiva gestione, malaffare e baronie universitarie.

Di nuovo, che cosa appare e va denunciato? La scarsa pulizia dei medici ospedalieri, la negligenza nell'abbigliamento, i modi non sempre cortesi.

Sollevare problemi veri e indicare comodi capri espiatori può essere un modo comodo per fare inchieste di grido, ma non è un buon servizio per il Paese”.    

E veniamo all'altra novità: il Policlinico Umberto I di Roma è un inferno.

Fanno corsi di studio lunghi e complessi come in nessun altro Paese al mondo, i medici italiani, usano tecnologie moderne e raffinate, sono tra i primi trapiantatori d'organi del mondo, sostengono un servizio  sanitario giudicato dall'OCSE tra i migliori del pianeta, ma non si lavano, e da questo dipende la malattia e la morte di migliaia di ignari pazienti.

Conta qualcosa il grande numero di ospedali ultrasecolari, alloggiati in conventi o costruiti a padiglioni in stile umbertino? Ha qualche ruolo la diffusione di stanze a 4 e più letti senza servizi? Pesa la mancanza di percorsi separati tra degenti, visitatori, medici e transiti di servizio? E' di qualche rilievo la ventennale mancanza di finanziamenti per l'edilizia ospedaliera? E' significativo che i ricoveri riguardino sempre più pazienti molto anziani e con plurime patologie? Ci interessa verificare il modo in cui gli ospedali vengono amministrati da Direttori generali pagati centinaia di migliaia di  euro? Vogliamo fare qualche confronto con la miriade di strutture private accreditate senza alcuna verifica? Certo che no.

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