11 gennaio 2007 - Comunicato intersindacale
Il problema del degrado del Policlinico universitario Umberto I, così come denunciato dall'inchiesta giornalistica e poi, arbitrariamente, esteso all'intero SSN senza alcun dato e riscontro, ha il solo effetto di provocare un grave danno e discredito al sistema pubblico favorendo il distacco dei cittadini che, spaventati, sono spinti a rivolgersi altrove.
Le carenze strutturali, che pure esistono, nel SSN e che obbligano spesso il personale sanitario a lavorare in condizioni di sicurezza critiche e ad elevato rischio, sono la conseguenza di una politica ultraventennale di mancati investimenti; la scelta di questi ultimi anni di appaltare a ditte private, spesso in modo clientelare e senza controlli, progressivamente sempre più servizi si è dimostrata incapace di garantire la qualità delle prestazioni.
Non a caso la maggior parte delle carenze strutturali ed il maggior ricorso a convenzioni con il privato si registra nelle Regioni con il maggior deficit sanitario; a tal fine auspichiamo che il Governo affianchi da subito un'authority per la gestione dei finanziamenti ripartiti a queste Regioni.
Ben vengano, finalmente, i controlli dei NAS se questi serviranno a smascherare le vere responsabilità di quanti, politici ed amministratori, non hanno saputo affrontare e risolvere queste annose situazioni. I risultati delle ispezioni di questi giorni dimostrano che le irregolarità sono concentrate in cinque Regioni, e sono prevalentemente di ordine amministrativo, e lì dove pure rivestono una valenza penale, esse non hanno mai determinato danni ai pazienti, grazie all'abnegazione del personale sanitario.
I medici ed il personale sanitario non hanno nulla da temere perché sono essi stessi vittime di queste carenze strutturali che, per di più, non possono denunciare all'esterno in quanto sarebbero direttamente perseguibili.
Nonostante ciò, a parte l'OMS che inserisce il nostro SSN tra i primi tre al mondo, i cittadini continuano a mostrare grande fiducia nella professionalità dei medici ospedalieri italiani che, anche in situazioni strutturali e tecnologiche non sempre adeguate, forniscono annualmente 9 milioni di ricoveri, e un miliardo e 400mila prestazioni ambulatoriali specialistiche, rispondono a 13 milioni di accessi ai dipartimenti di emergenza e assicurano un milione e 800mila presenze di guardia 24 su 24.
I medici del SSN chiedono al Governo specifici investimenti, già dalla prossima legge finanziaria, finalizzati ad un piano di ammodernamento e riedificazione delle strutture ospedaliere non adeguate.