Comunicati stampa
04/05/2007

Sciopero medici: adesioni al 70-75%

4 maggio 2007

Lo sciopero nazionale di oggi è pienamente riuscito, facendo registrare il 70-75% di adesione, con punte in alcune regioni dell'80%”. Sono soddisfatti i toni con cui il Segretario nazionale dell'Anaao Assomed, Carlo Lusenti, commenta i dati che iniziano ad arrivare dalle periferie del Paese sullo sciopero in corso fino alle 24.00 di oggi.

“Voglio ringraziare tutti i medici ed i dirigenti che hanno dimostrato, con questa alta adesione, di aver compreso e condiviso le ragioni della protesta. Certo, sappiamo – prosegue Lusenti – di aver creato disagi ai cittadini che si sono visti rifiutare alcune prestazioni, ma siamo assolutamente convinti che da queste dimostrazioni si possano porre le basi per creare migliori servizi proprio per quanti usufruiscono del servizio pubblico”.

“Avremmo preferito trovarci di fronte ad interlocutori più attenti e sensibili alle nostre proposte e non dover bloccare le attività negli ospedali. Ed invece siamo stati costretti, ancora una volta, a ricorrere a questa estrema soluzione per vedere riconosciuti diritti sacrosanti di ogni medico italiano: 1. il contratto vigente è scaduto il 31 dicembre 2005 e dopo quasi 18 mesi non sono ancora disponibili gli atti preliminari necessari all'avvio della trattativa. Senza accelerazioni rinnoveremo il contratto non prima di tre anni dalla scadenza naturale; 2. l'indennità di esclusività, definita nel 1999 quale retribuzione dell'impegno a svolgere la professione solo all'interno dell'ospedale, è ferma al valore di 7 anni fa, ha perso ben il 16% del suo potere d'acquisto con un conseguente rilevante disequilibrio tra retribuzione e impegno professionale; 3. negli ospedali italiani lavorano 12.000 medici precari in condizioni da un lato di vero sfruttamento e dall'altro di instabilità e frustrazione che certo non sostengono i migliori livelli di qualità dei servizi; 4. i medici ospedalieri sono l'unica categoria di lavoratori per la quale non è ancora disponibile la possibilità di sottoscrivere una previdenza integrativa, unico possibile paracadute per quelle migliaia di giovani colleghi altrimenti condannati ad un futuro di sicura indigenza, dopo una vita professionale iniziata tardi e con lavori precari; 5. il diritto, sancito da leggi e contratti, all'esercizio della libera professione nelle strutture delle aziende sanitarie non è riconosciuto per le colpevoli inadempienze delle Regioni e delle aziende sanitarie. La scadenza al 31 luglio, di una serie di proroghe che si susseguono da ormai 8 anni, deve vedere una soluzione stabile e concordata delle modalità organizzative che rendono esigibile un diritto dei professionisti e dei cittadini.

Ci auguriamo – conclude Lusenti – che l'entusiasmo di oggi per l'esito dello sciopero non venga spento dal Governo che ci ha costretto a scioperare proprio per l'indifferenza dimostrata nei confronti dei problemi posti dalla categoria. Chiediamo di entrare nell'agenda sociale e politica del Paese con proposte innovative e soluzioni condivise, sollecitando una riscrittura delle priorità che riconosca ai problemi della nostra categoria il diritto di avere soluzioni chiare e positive. A questo serve uno sciopero dichiarato da tutti i sindacati della dirigenza medica e sanitaria del SSN in nome di 135.000 professionisti, innanzitutto a dare la sveglia, a pretendere attenzione e soluzioni a problemi da troppo tempo trascurati.

In caso contrario non esiteremo a programmare ulteriori forme di protesta”.

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