Comunicati stampa
24/05/2010

Manovra: no all'accanimento sui medici del Ssn

24 maggio

“I medici dipendenti non ci stanno a pagare il prezzo più alto in termini economici e di condizioni di lavoro, e, nonostante le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, mantengono altissima la guardia”.
E' questo il commento dell'Anaao Assomed alla vigilia della presentazione di una manovra economica che mette le mani nelle tasche dei camici dei medici dipendenti del SSN fino a sfondarle: 
• i medici pubblici, che hanno redditi sottoposti a prelievo fiscale alla fonte ed uno status del tutto speciale di “dirigenti”, verranno sottoposti al prelievo forzoso di parte del loro stipendio;
• il blocco della contrattazione collettiva nazionale per il triennio 2010/2012 determina un mancato incremento delle varie voci retributive pari al 5%;
• il “contributo” di solidarietà chiesto alle pensioni superiori a 3.500 € lordi mensili colpirà prevalentemente medici pubblici in quiescenza;
• il TFR a partire dal 2011 sarà rateizzato e calcolato con parametri  peggiori. 

La mannaia cade ancora una volta sui medici dipendenti che già subiscono una perdita progressiva del potere d'acquisto delle loro retribuzioni.
E cosa è un prelievo economico forzoso se non una nuova aliquota fiscale mascherata, tanto più odiosa quanto più gravata da evidente disparità? E' questa la grande riforma fiscale promessa?
L'intero settore della sanità pubblica è chiamato a pagare un conto salato, malgrado  una spesa in media con altri Paesi (il 6,6% del PIL) e inferiore a Germania (l'8,0% del PIL) e Francia (8,4% del PIL), con conseguenze disastrose sulla qualità e quantità dei servizi sanitari erogati.

Il diritto alla salute è destinato a diventare un diritto condizionato dal censo e dalle condizioni organizzative ed economiche della Regione di residenza.

L'Anaao Assomed chiede un intervento del Ministro della Salute in difesa dei professionisti del SSN ed attiverà i propri organismi dirigenti per la organizzazione di azioni di protesta, coinvolgendo anche tutte le organizzazioni sindacali, tese a contrastare un provvedimento tanto odioso quanto irrilevante ai fini di "cassa".

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